I marinai, dopo un lungo periodo di navigazione, quando scendono dalla nave, soffrono il mar di terra. Dopo essere stata sospesa tra terra e cielo, ho le vertigini. Una sensazione strana, come se non sapessi più quale dei due è il mio elemento. Terzo giorno di viaggio in Canada. Ultimo giorno a Vancouver: Capilano e a Stanley Park.
Una giornata in cui abbiamo scoperto la libertà, abbiamo camminato sospesi tra gli alberi e oscillato come sul ponte di una nave, solo che sotto di noi non c’era acqua, ma solo aria.
Canada terzo giorno, Vancouver: Capilano
Qual è la vostra missione nella vita? Ognuno di noi se n’è scelta una o se l’è ritrovata. Sorriderete, come ho fatto io, scoprendo che la canadese Nancy Stibbard nella vita ha deciso di creare cose straordinarie e spettacolari per stupire gli uomini e farli tornare bambini.
È stata lei che nel 1983 ha trasformato il vecchio ponte sospeso, realizzato nel 1889 da George Grant Mackay, in una grande attrazione turistica.
Un ponte lungo 137 metri e sospeso a 70 metri di altezza.
Noi siamo arrivati all’apertura (si raggiunge con una navetta gratuita dal centro di Vancouver) alle otto del mattino: eravamo quasi da soli e ce lo siamo goduti.
Devo dire che quella più esitante ero io, i bambini come due uccellini volavano sul ponte. Francesco ha fatto il coraggioso, da bravo papà. Io un paio di volte mi sono fermata e afferrata ai corrimano. Soprattutto al centro, l’oscillazione si sente moltissimo. Anche se non ho esitato ad allungare lo sguardo oltre i parapetti, per guardare il fiume.
Mi ha assalito immediatamente una vertigine, ma di piacere.
Capilano, il grande parco dedicato alla Natura
Attraversato il ponte si entra in un grande parco dedicato alla Natura. C’è un’area per i rapaci e un percorso di ponti sospesi tra alberi, laghetti e punti di osservazione.
Quando siamo usciti da questo parco eravamo stupiti (missione compiuta per Nancy Stibbard), ma, riflettendoci bene, la cosa grandiosa di questo parco è l’organizzazione. Hanno trasformato la Natura in qualcosa di divertente.
Un bosco, senza essere stravolto, è diventato adrenalina, scoperta, stupore. Non è servito molto: alberi secolari, rapaci, scoiattoli, un fiume… c’era già tutto. L’uomo ci ha messo solo un pizzico di fantasia.
Il parco è diviso in sei stazioni, ad ogni stazione bisogna mettere un timbro sulla mappa, per ottenere all’uscita “l’attestato”. Per i bambini, oltre a pannelli esplicativi e giochi, c’è una vera e propria caccia al tesoro. Cosa bisogna trovare? I nomi degli alberi, gli scoiattoli, le foglie d’acero. Enrico e Giulia giocando hanno imparato la bellezza della natura in Canada.
Capilano, il Cliffwalk
E se l’arrivo è spettacolare con il ponte sospeso, anche l’uscita è con colpo di scena con la passeggiata sulla passerella tra gli alberi del Cliffwalk.
Ti senti come una fata che svolazza tra le cime dei grandi alberi.
A Capilano al nostro rientro dedicheremo un post con tutte le informazioni tecniche
Pranzo in giardino
Per pranzo siamo tornati nel centro di Vancouver e siamo andati a Stanley Park, un parco immenso. Per darvi solo delle misure, è una volta e mezzo Central Park… grande come cento campi da calcio. Abbiamo pranzato da Stanley’s Bar e Grill, su una terrazza immersa nel verde (quanto verde! ma qui in Canada ci dovremo abituare), mangiando hamburger e patatine. I bimbi avevano colori e fogli per disegnare. Una pausa per assimilare la bellezza di Capilano e ripartire.
Canada terzo giorno, Vancouver: Stanley Park
Se vuoi essere un vero canadese, Stanley Park lo giri in bici. Volevamo affittarne, ma c’era una fila pazzesca e per avere due bici con rimorchio per bambini c’era un tempo di attesa indefinito, perciò abbiamo rinunciato ed abbiamo girato il parco a piedi.
È immenso.
Non siamo riusciti a vederlo tutto a piedi, ma ovviamente con i bambini non potevamo rinunciare al giro sul trenino (un vero must) ed alla pausa al playground in legno.
Per chiudere, una passeggiata romantica sul lungomare e una pausa al tramonto sul lago dei castori.
A Stanley Park al nostro rientro dedicheremo un post con tutte le informazioni tecniche
Canada terzo giorno, Vancouver: i grandi spazi
Siamo tornati a casa presto. Sulla strada ci siamo fermati a fare la spesa al supermercato. Inserirei i supermercati nelle guide turistiche. Se a Granville Market abbiamo visto ciliegie grandi quanto angurie e angurie grandi quanto ciliegie, qui c’era un panino che – se messo in piedi – era alto quasi quanto Giulia.
Siamo andati a letto esausti.
Scrivo le ultime righe e mentre chiudo gli occhi penso che sono sfinita dagli alberi altissimi, dal ponte, dal parco con prati che si susseguono, dalla passeggiata sul lungomare.
Io, abituata a una città in cui gli spazi sono ridotti, le strade strette, la vista sempre limitata, sono provata da tanta grandezza… il mio sguardo e la mia anima non sono abituati.
I liquidi quando cambiano recipiente, si adattano senza fatica e prendono nuove forme, l’animo umano è più restio ai cambiamenti, quando sei abituato al piccolo, il grande ti spaventa, ti fa venire le vertigini.
Mi addormento con il mal di terra.
Diario di viaggio: 21 giorni in Canada on the road
Buon risveglio e buona avventura è un piacere leggere le vostre emozioni di questo viaggio ……….
Grazie Federica, io sto di nuovo per andare a letto, qui è mezzanotte…e aanche oggi sono stanchissima e felice.