Nel letto del motel di Revelstoke, il Frontier Motel, ho fatto sogni confusi e agitati. Troppe persone sono passate da questa stanza. Non ne ho la certezza, ma credo che ognuno di noi lasci un’impronta nei luoghi dove passa. Ci sono impronte indelebili per luoghi speciali, e impronte volatili, che scompaiono velocemente, appena ci allontaniamo e ci dimentichiamo di quel luogo. In un motel però anche le impronte volatili rimangono impigliate nella fitta rete di energie, pensieri, preoccupazioni dei viaggiatori di passaggio, intrappolati nella spessa moquette, nelle lenzuola lise e nelle coperte troppo pesanti. Canada, decimo giorno: Mountain Coaster a Revelstoke.
Revelstoke, ancora una sveglia all’alba
E dopo una notte agitata, ancora una sveglia all’alba. Abbiamo deciso di fare tappa a Revelstoke perché c’è uno spettacolare scivolo tra le montagne. L’anno scorso ne abbiamo fatto uno simile per scendere dalla Muraglia cinese e i bambini erano gasatissimi, per cui quest’anno vogliamo ripeterci. Ma in tutte le guide è consigliato di arrivare presto per evitar le file. Quindi, sveglia alle sei e mezza.
Lasciamo il motel e facciamo un giro per Revelstoke, all’ingresso del paese una statua di mamma orso con il suo piccolo e tutti e quattro insieme pensiamo all’incontro magico dell’altro giorno sul fiume Atnarko vicino Bella Coola.
Sul corso principale c’è un mercatino di frutta e verdura e prodotti di artigianato, scegliamo un bar consigliato dalla Lonley Planet, famoso per i muffin home made (The Modern Bakeshop & Cafe, sulla strada principale, MacKenzie avenue).
I bambini intanto sono curiosi e impazienti, sanno che c’è una sorpresa per loro, ma non sanno di cosa si tratta e continuano a fare domande.
Canada, decimo giorno: Mountain Coaster a Revelstoke
Arriviamo al Revelstoke Mountain Resort e capiscono tutto: “È un mega scivolo”. Giulia è super eccitata. Enrico, più prudente, cerca di calcolare pendenza e velocità.
Saliamo in cabinovia e per fortuna faccio il primo giro con Enrico. Muoio di paura. È velocissimo. A ogni curva sembra di essere sbalzati fuori. Faccio tutta la prima discesa trattenendo il fiato. Enrico per fortuna è prudente e accelera e frena con sapienza. Francesco invece fa il primo giro e quando scende ha i capelli ritti in testa. “Tua figlia è pazza, andava come un proiettile e non mi faceva mettere le mani sul freno”.
Secondo giro: io con Giulia e Francesco con Enrico. Prendo saldamente in mano i comandi e corriamo più della prima volta, ma a metà percorso davanti a noi c’è una nonna con il nipotino che continuano a frenare e ci incolonniamo. Una delusione. Ma il giro è abbastanza costoso, perciò facciamo presente alla direzione che la discesa è stata bloccata a metà e ci regalano un terzo giro.
Terzo giro di nuovo con Enrico, ora siamo tutti e due più rilassati. Enrico guida con prudenza, ma è più coraggioso. Io finalmente respiro e a occhi aperti mi godo tutta la discesa e l’adrenalina.
Le emozioni bisogna conoscerle e solo quando ti abitui alla paura, alla felicità, all’adrenalina puoi davvero superarle o semplicemente viverle.
Il terzo giro mi piace moltissimo, urlo di felicità a ogni curva.
Revelstoke Mountain resort
Il Revelstoke Mountain Rdesort è una vera e propria stazione sciistica. Si vedono le piste, c’è un grande albergo e tante attrazioni anche per il periodo estivo. La cabinovia porta ancora più in alto della fermata dove siamo scesi noi e poi si scende a valle a piedi o con le mountain bike. C’è un percorso avventura da brivido, la parete d’arrampicata e il jumping (Giulia vola senza paura!).
C’è anche il lancio delle asce, i bambini rimangono incantati a guardare i concorrenti che cercano di centrare il bersaglio con le affilatissime lame. “Mamma, secondo me questo gioco è un po’ pericoloso”, dicono da saggi bambini di città.
Perché fare tappa a Revelstoke
Se venite in British Columbia consigliamo moltissimo una tappa a Revelstoke. Noi avevamo solo una mezza giornata a disposizione e l’abbiamo dedicata al Mountain Coaster, ma da vedere c’è assolutamente il Museo dei treni e a trenta chilometri, la foresta incantata (www.enchantedforestbc.com).
Direzione Calgary
Oggi riprendiamo la stupenda Highway 1 (che attraversa tutto il Canada) e tra montagne, cascate e nuvole puntiamo a Calgary. I bambini in macchina sono buoni e sazi di emozioni, guardano fuori dal finestrino.
E noi sperimentiamo la grande generosità dei canadesi. All’uscita di Revelstoke non leggiamo un cartello che avvisa che per oltre 150 chilometri non ci sono stazioni di servizio. Noi abbiamo autonomia per cento chilometri, ad un certo punto ci accorgiamo di essere nei guai. Francesco si ferma ad un centro informazioni sui Parchi Nazionali per chiedere dove si può fare benzina, ma non c’è speranza: gli suggeriscono di mettere in folle sulle discese e pregare. Ascolta tutto Bob, un canadese di Vancouver che viaggia in camper con la sua famiglia, e ci offre la sua tanica di benzina di riserva. Lui ride, Francesco e io ringraziamo e lui ride di più. Ci ha salvato. Grazie Bob.
Arriviamo a Calgary in serata, passando dalla British Columbia all’Alberta spostiamo le lancette in avanti di un’ora per il fuso orario.
Diario di viaggio: 21 giorni in Canada on the road
Secondo giono Vancouver e la caccia alle balene
Terzo giorno: Vancover, visita a Capilano e a Stanley Park
Quanto giorno: Vancouver Island
Quinto giorno: la corsa delle capre a Victoria
Sesto giorno: in viaggio verso Port Hardy
Settimo giorno: l’Inside Passage
Ottavo giorno : faccia a faccia con gli orsi
Nono giorno: mille chilometri di Hightway
Ciao bello seguirvi nelle avventure del vs viaggio, mi è piaciuta la tua riflessione sulle emozioni dove dici “bisogna conoscerle…….” concordo con te ! ???
grazie federica. credo che a volte delle emozioni abbimo un’idea diversa dalla realtà…