Questa notte abbiamo fatto un lungo sonno. La temperatura non è mai scesa sotto gli otto gradi. Ogni tanto mi svegliavo per controllare che i bambini fossero ben infagottati nel sacco a pelo, ma hanno dormito dieci ore filate. Io ho approfittato della mia ansia da mamma per godermi il silenzio del campeggio di notte, interrotto solo dai treni: ogni convoglio arrivava annunciato da quattro lunghi suoni di sirena. Suoni lenti e prolungati, simili a lamenti che sfumano in uno sferragliamento indefinito. Subito dopo il silenzio assoluto, come il buio. Mi riaddormento come trasportata dal treno, immaginando di seguirlo in volo.
Canada, 14simo giorno: Lake Louise e Lake Moraine.
Canada, 14simo giorno: la sveglia all’alba
Dopo la delusione di ieri, questa mattina mettiamo la sveglia all’alba. Svegliamo i bambini con la promessa immediata di una cioccolata calda per contenere le proteste al momento di uscire dal sacco a pelo, facciamo una colazione veloce e andiamo al lago. Il parcheggio è già quasi pieno, ma non del tutto. Riusciamo a parcheggiare, ma piove!
Sembra davvero la maledizione del lago. Aspettiamo un po’ in auto, scegliendo i sentieri da fare, mentre i bambini al calduccio si appisolano. Non accenna a smettere di piovere, ma qui il tempo cambia rapidamente, perciò indossiamo i nostri K-way, mettiamo la copertina impermeabile agli zaini e partiamo .
Canada, 14simo giorno: Lake Louise e la tea house a Lake Agnes
Fa ancora abbastanza freddo, compriamo buff e guanti per noi e i bambini e ci incamminiamo. Siamo ottimisti e ci ripetiamo: “Tra un po’ il cielo si apre ed esce il sole”. La nostra prima tappa è la tea house sul Lake Agnes: i bambini, con la promessa di una cioccolata bollente e di una fetta di torta camminano come due caprette, anche perché il sentiero è in leggera salita, ma molto più facile rispetto a quello di ieri a Lake Helen. Piove a intermittenza e il cielo è ancora grigio, purtroppo.
Sulla strada incontriamo il piccolo Mirror Lake. Dopo quasi 4 chilometri e due ore di cammino arriviamo alla tea house. Di nuovo senza accorgercene siamo ad oltre 2.000 metri. Riconosco l’altitudine dalla forza del vento.
Arrivati alla tea house, tutta in legno, ci sediamo vicino al grande camino e ci riscaldiamo subito: Giulia e Francesco ordinano cioccolata e torta al cioccolato, Enrico ed io tè verde al ginger e biscotti con burro e marmellata (costo circa 30 dollari canadesi, poco più di 20 euro).
Riprendiamo calore ed energia e incontriamo i primi italiani in questo viaggio, sono una coppia di Perugia in viaggio di nozze. Ci fermiamo a chiacchierare e ripartiamo.
Lake Louise , la strada del ritorno passa per i ghiacciai
Per ritornare al lago decidiamo di allungare un po’, ed invece di fare la strada dell’andata andare a vedere i ghiacciai: un percorso di poco più cinque chilometri.
Giulia chiacchiera senza pausa di vestiti che vuole cucire e del nostro prossimo viaggio a Parigi, Enrico racconta a Francesco pagina per pagina gli ultimi fumetti di Tex. Francesco ed io annuiamo e camminiamo, immersi nella bellezza. Il paesaggio cambia velocemente: boschi, rocce, laghi.
Poco prima del viewpoint del Plain of the Six Glaciers ci fermiamo a consultare la cartina. Giulia intaglia un ramo ed Enrico riguarda le sue foto, quando incontriamo Raffaele e Ivana, con Sara 13 anni e Mattia 12. Vengono da Milano e stanno facendo un giro molto simile al nostro in camper.
Giulia prende di mira Sara e ricomincia tutti i discorsi sui vestiti e su Parigi con lei. Enrico marca stretto Mattia e alterna i fumetti di Tex a un confronto dei viaggi in comune che hanno fatto. Ci separiamo, ma poi ci riincontriamo e facciamo tutta la passeggiata insieme, parlando delle differenze di stile di vita tra Italia e Canada, di viaggi con i bambini e viaggi in camper.
Lake Louise, viewpoint del Plain of the Six Glaciers
Il view point del Plain of the Six Glaciers è a strapiombo. Francesco ed Enrico scattano foto, Giulia non se la sente di proseguire e io rimango con lei. Il nostro ottimismo è stato premiato, nel cielo solo piccole nuvole e un grande sole. Riesco a vedere solo per un attimo Lake Louise dall’alto e sembra di gesso, tanto il suo celeste è intenso.
Sulla strada del ritorno, con le acque del ghiacciaio che lentamente si trasformano in torrente, i colori cambiano, il fiume sembra orzata o, non so, acqua e menta. Sembra una bevanda dolce, mi viene una gran sete.
Canada, 14simo giorno: il giro intorno a Lake Louise
Enrico è così felice che a un certo punto si arrampica su un cumolo di pietre e comincia a gridare. Gridare cosa? A chi? Niente a nessuno. Grida di felicità, grida per liberare energie. Grida perché in un luogo con montagne così alte, colori così intensi, aria così pulita, si sente piccolo e gridare è un modo per far sentire la sua presenza in questa immensità. Lo guardo e sorrido anche io, felice di questo grido liberatorio.
L’ultimo tratto della passeggiata è un lungolago asfaltato. Il lago con il sole è ancora più bello. Salutiamo i nostri amici italiani, ripromettendoci di rimanere in contatto. Sono le cinque e mezzo del pomeriggio. In tutto abbiamo fatto nove/dieci chilometri, ma chiacchierando sono volati.
Siamo felici di essere riusciti a vedere Lake Louise, ma ancora ci manca Lake Moraine, che pare sia ancora più bello.
Durante la passeggiata Ivana ci ha avvisato: “Se volete vedere Lake Moraine dovete arrivare prima delle sei del mattino, il parcheggio è piccolissimo e si riempie subito”. La prospettiva di svegliare i bambini alle cinque del mattino e portarli su un sentiero a camminare ci sembra una cattiveria. Perciò decidiamo di provare ad andare al lago subito.
Canada, 14simo giorno: Lake Moraine
Arriviamo al Lake Moraine alle sei, il parcheggio è ancora abbastanza pieno, ma troviamo un posto. Il lago blu, incastonato tra i monti, con il sole che lentamente tramonta è uno spettacolo. La reazione è una strana eccitazione generale. I bambini sono entusiasti, c’è un tronco sospeso sul lago e si vogliono arrampicare, io li seguo su un tappeto di tronchi appoggiati più o meno solidamente sull’acqua. Risultato: Enrico ed io finiamo con una gamba bagnata polpaccio, e Giulia con tutte e due le gambe. Ma l’acqua non ci ferma, vediamo un secondo tronco ancora più bello . “Mamma, dobbiamo arrivare fino alla punta”. I piccoli corrono come caprette, Francesco li segue, io arranco, ma riusciamo ad arrivare sul tronco e a scattare la foto di rito. Ovviamente loro tre hanno camminato in bilico sul tronco, io a quattro zampe, ma ce l’ho fatta.
Dal tronco i bambini vedono un punto di avvistamento cui si accede arrampicandosi su enormi massi, e ovviamente ci vogliono andare. “Mamma, vogliamo vedere il lago dall’alto!”. E partono. Io provo a dire “State attenti!”, ma sono troppo eccitati. Francesco li marca stretti, io piano piano arrivo, tra le risate di una coppia di americani quando Giulia torna giù per indicarmi la strada e prendermi per mano.
Ma quando arriviamo in alto è tutto perfetto. C’è poca gente, il sole sta tramontando, i bambini saltano in un piccolo spiazzo, Francesco ed io, in silenzio ci godiamo il lago che cambia colore passando dal giorno alla notte.
A questo punto ci accorgiamo che per arrivare al punto panoramico non bisognava scalare i massi come caprette, ma c’era un comodo sentiero… rapiti dal magnetismo del lago abbiamo fatto una strada assurda e faticosissima.
Canada, 14simo giorno: Lake Louise e Lake Moraine. Qual è il più bello?
Una giornata perfetta. Se Lake Louise è imponente e aristocratico e incute quasi timore, come il castello (albergo a cinque stelle) che si affaccia sulle sue rive, Lake Moraine è più raccolto e selvaggio, una rudezza che si ammorbidisce all’alba e al tramonto. Il primo è celeste, un blocco di gesso dall’alto, pieno di sfumature vedendolo dal basso. Il secondo è blu, magenta, azzurro. Non so, foprse perchè li abbiamo visti l ostesso giorno, è difficile dire quale dei due è più bello, quale ci è piaciuto di più. E così non scegliamo.
Facciamo il pieno di colori, una scorta importante per il prossimo inverno.
Rubo con gli occhi e con il cuore tutti i colori di Lake Luise e Lake Moraine: saranno il mio antidoto contro lo stress e il grigiore che scenderà nelle giornate più difficili. Il colore contro il grigiore che tenterà di schiacciarmi. Sarà la mia arma segreta.
Diario di viaggio: 21 giorni in Canada on the road
Secondo giono Vancouver e la caccia alle balene
Terzo giorno: Vancover, visita a Capilano e a Stanley Park
Quanto giorno: Vancouver Island
Quinto giorno: la corsa delle capre a Victoria
Sesto giorno: in viaggio verso Port Hardy
Settimo giorno: l’Inside Passage
Ottavo giorno : faccia a faccia con gli orsi
Nono giorno: mille chilometri di Hightway
Decimo giorno: Mountain Coaster a Revelstoke
Dodicesimo giorno. arrivo a Banff
Tredicesimo giorno. il Parco Nazionale di Banff