Una visita alle Catacombe di San Gennaro a misura di famiglie
Pensare di portare dei bambini in visita a quelle che sono, a tutti gli effetti, delle tombe, potrebbe sembrare strano e poco adatto. Invece, grazie ai ragazzi Fabrizio Monsellato e Titty Pascale della Cooperativa Sociale “La Paranza” , la visita alle Catacombe di San Gennaro, luogo occulto e avvolto dal mistero si trasforma in un momento di curiosità e apprendimento per i bambini riguardo ad una tematica particolare come quella della morte e della sepoltura.
Le catacombe di Napoli: la storia
Le Catacombe di Napoli sono il più importante esempio di monumento del Cristianesimo a Napoli. Esse si sviluppano su due livelli, non sovrapposti, scavati nella roccia di tufo della collina di Capodimonte e si estendono per un’area di 5600 mt quadrati esattamente al di sotto del Quartiere Sanità ed è composta da 3.000 sepolture (più di 2000 loculi e più di 500 arcosoli).
L’origine della prima catacomba risale al II secolo d.c. e apparteneva probabilmente ad una famiglia romana. A partire da questo nucleo , fu poi realizzato il vestibolo del piano inferiore che avrebbe accolto le spoglie del primo patrono di Napoli, Sant’Agrippino.
Possiamo dire che queste catacombe rappresentano una vera e propria città sotterranea fatta di cavità scavate nel tufo, basiliche dove veniva celebrata la messa e luoghi sacri dove venire a contemplare i defunti.
San Gennaro e le sue spoglie
Ma quando precisamente prendono il nome di Catacombe di San Gennaro? Si dice che San Gennaro abbia viaggiato più da morto che da vivo, perché le sue spoglie sono state traportate in varie ubicazione nel corso dei secoli. Nel V secolo , le spoglie vennero portate nella catacomba superiore, che da allora divenne meta di pellegrinaggio e luogo a cui le persone ambivano per la propria sepoltura. Ma iniziamo la nostra visita!
Con Fabrizio e Titty scendiamo 100 scalini per arrivare all’ingresso delle Catacombe Superiori. Ogni piccolo visitatore riceverà un biglietto da scansionare personalmente.
Il vestibolo superiore: si scende al primo livello delle catacombe di San Gennaro
Appena varcata la soglia, si avverte subito il fresco e l’umido che traspira dalle pareti di tufo, la luce si fa fioca e veniamo accompagnati verso un cunicolo dove inizierà la spiegazione partendo da un affresco.
I bambini vengono invitati a rispondere ad alcune semplice domande, come per esempio individuare i colori primari dell’affresco, trovare alcuni elementi decorativi, e gli viene spiegato che l’affresco raffigura il volto del defunto Eleusino, a cui probabilmente apparteneva la tomba.
Inoltre, in base alla tipologia di decorazione (in alcuni casi affreschi, in altri mosaici) è possibile capire a quale ceto sociale appartenevano i defunti.
Passando davanti alle cavità , torniamo verso l’ingresso del vestibolo superiore dove ci fermiamo ancora una volta davanti ad un affresco. Questa volta sono solo i bambini a poter entrare a piccoli gruppi per poter ammirare da vicino e studiare nei dettagli la raffigurazione della famiglia di Theotecnus.
Proseguiamo attraversando la basilica adjecta, una zona molto grande dove è possibile notare diversi tipi di sepoltura e anche qui è possibile capire la provenienza del ceto sociale in base alla tipologia di tomba: cubicula con arcosoli per le persone appartenenti ad un ceto sociale elevato (come quello della famiglia di Theotecnus ), e loculi a parete periferici oppure scavati nel suolo per le sepolture della gente più umile
La tomba di San Gennaro, la cripta dei Vescovi e la Basilica Adjecta
Procediamo verso il luogo di sepoltura di San Gennaro. Qui vennero traslate le sue spoglie nel V secolo. La tomba è posta in un piano interrato e sopra è possibile notare un affresco bizantino della seconda metà IX secolo raffigurante un monaco benedettino e San Gennaro.
Da allora ci fu l’espansione delle catacombe con la realizzazione della Cripta dei vescovi , dove venivano appunto sepolte le spoglie dei vescovi della città di Napoli e la basilica adjecta, una basilica imponente a 3 navate.
Il vestibolo inferiore: scendiamo ancora più sottoterra
Ci dirigiamo verso il vestibolo inferiore che presenta al centro 3 corridoi scavati nella roccia di tufo, con soffitti alti 6 metri.
Questa ampia area si sviluppa intorno alla Basilica di Sant’Agrippino, dove ancora oggi viene celebrata qualche messa, in alcune occasioni speciali.
Attraversiamo la navata centrale e Fabrizio ci fa notare come siano visibili in alcuni loculi delle ossa ancora intatte e addirittura un teschio.
Portami a giocare, laboratorio di ceramica per famiglie
Completiamo la nostra mattinata col laboratorio di ceramica
I bambini vengono disposti intorno a delle postazioni, ad ognuno viene fornito un panetto di argilla e Fabrizio spiega come possono realizzare un piccolo manufatto con le proprie mani. Si parte da una piccola palla per creare la base per poi proseguire con tanti piccolo salsicciotti per creare un vero e proprio cestino. Manuel ha arricchito la sua creazione con un gatto!
Abbiamo avuto la fortuna di avere due guide eccezionali, che hanno reso l’esperienza assolutamente adatta ai bambini, incuriosendoli con domande sull’aldilà, chiedendo loro di descrivere gli affreschi presenti nelle catacombe e stimolandoli a continue domande. La visita diventa un’occasione non solo per i bambini ma anche per gli adulti che li accompagnano per scoprire questo luogo avvolto da un’atmosfera mistica e spirituale.
Ovviamente le spiegazioni vengono adattate al piccolo pubblico e quindi sono più semplificate. Fabrizio e Titti sono soci de La Paranza , una cooperativa sociale onlus fatta da giovani che provengono dal Rione Sanità , che sta provando con grande impegno e passione a dare valore a questo quartiere attraverso la promozione di attività culturali e tour volti a far conoscere le bellezze di questo rione. Nel 2006 sono proprio loro a farsi carico della gestione delle Catacombe di San Gaudioso, nella Basilica di Santa Maria della Sanità, per poi vincere nel 2008 il bando storico-artistico di Fondazione CON IL SUD. Grazie a questo, La Paranza ha potuto prendere in gestione anche le Catacombe di San Gennaro , permettendo cosi a tutti noi di poterle visitare.
Anche Casa Tolentino, di cui vi abbiamo parlato qui I quartieri Spagnoli , rientra nel progetto di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di Napoli
Dove si trovano le Catacombe di Napoli
Le Catacombe di San Gennaro si trovano in Via Tondo di Capodimonte 13 a Napoli, accanto alla chiesa di Capodimonte nota come la “Piccola San Pietro”, poiché ricorda la struttura di quella del Vaticano, ovviamente in formato ridotto.
Come si arriva:
Mezzi pubblici: prendere la linea 1 della metropolitana e scendere alla fermata “Museo”, poi da qui un pullman tra 168, 178, C63, R4 fino alla fermata Basilica Incoronata – Catacombe San Gennaro.
In auto: tangenziale di Napoli uscita “Capodimonte” e seguite le indicazioni fino alla Chiesa dell’Incoronata. Potete parcheggiare nel parcheggio gratuito della chiesa.
Info e prenotazioni qui:
Tel. 0817443714 o scrivi a prenotazioni@catacombedinapoli.it
Perché visitare a Napoli le catacombe di San Gennaro con i bambini
Come abbiamo già scritto, il tema della morte e della sepoltura può sembrare poco adatto ad un pubblico infantile, ma in realtà la visita viene modulata e adattata cercando di puntare più alla parte decorativa e architettonica delle catacombe che al vero e proprio uso di queste. E’ tuttavia anche un modo per portare i bambini e soprattutto le loro famiglie in un luogo senza tempo, con un fascino molto particolare .