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La Miniere di talco a Prali, avventura sotto terra

Felpa, giacca a vento, scarpe da ginnastica, caschetto obbligatorio e una dose di coraggio…siete pronti ad addentrarvi per un chilometro nelle viscere della terra? Siamo andati alla scoperta delle miniere di talco a Prali.



Miniere di talco a Prali con Scopriminiera

A Prali, a circa un’ora da Torino, è possibile vivere questa avventura grazie alle guide di Scopriminiera, l’ecomuseo delle miniere e della valle Germanasca che vi porteranno alla scoperta delle Alpi e del prezioso  minerale che contengono: il talco. La visita è davvero emozionante e adatta per famiglie con bambini a partire dai 3 anni, si svolge in totale sicurezza e si scoprono tanti  aneddoti interessanti sul lavoro dei minatori.

Chiamarla visita ci pare riduttivo, si tratta infatti di una vera e propria avventura sotterranea. Occorre ascoltare bene le indicazioni fornite dalla guida per evitare di farsi male e tenere comportamenti poco appropriati in un ambiente che, seppur perfettamente controllato, presenta dei protocolli precisi: caschetto sempre ben calato , in fila indiana, si  percorre un primo tratto a piedi seguendo le rotaie del trenino fino ad arrivare alla partenza dello stesso, una breve introduzione sulle diverse gallerie che compongono la miniera (noi abbiamo percorso Paola perché per i bambini al di sotto degli 8 anni, il percorso dentro Gianna è proibito) e un tuffo con le mani nel purissimo talco che viene estratto e poi, via, tutti sistemati sul trenino di metallo che in 10 minuti, al buio, ci ha condotti nel cuore della miniera.

Le miniere di talco in Val Germanasca

Il lavoro minerario in val Germanasca ha origini antiche ed in passato ha modificato profondamente sia il paesaggio che la vita degli abitanti. Per oltre 150 anni la ricerca, la coltivazione ed il trasporto del talco hanno rappresentato una grande opportunità di lavoro, in alternativa all’emigrazione ed una notevole fonte di guadagno sia pure a costo di condizioni di lavoro dure e pericolose, col rischio di gravissime malattie professionali come la silicosi.

Fino alla metà dell’Ottocento i prelievi di talco sono stati modesti, poi compresa la versatilità di questo materiale e i numerosi impieghi nei settori più svariati, come quello cosmetico, chimico, alimentare, farmaceutico e metallurgico l’estrazione della peiro duso , (la pietra dolce,  questo il nome dato dai valligiani al talco per la sua tenerezza) ha subito un’impennata e si è arrivati ad avere fino a 350 minatori impiegati nelle gallerie, facendo guadagnare alla miniera di Prali il titolo di più grande d’Europa. Ancora oggi 30000 tonnellate di talco (il pregiatissimo “bianco delle Alpi”) vengono prodotte ogni anno in valle dalla miniera Rodoretto, dove sono impiegati circa un decimo dei minatori rispetto al passato e dove i metodi di lavoro decisamente più moderni.

La visita alle miniere di talco

La visita alla miniera Paola dura all’incirca un’ora e mezza e, lo sottolineo nuovamente, qualunque sia la temperatura fuori, all’interno ci sono sempre 15 gradi, quindi attrezzatevi bene per evitare di ritrovarvi a battere i denti e prendervi un bel raffreddore.

Il tour si estende lungo la galleria di carreggio principale e all’anello adiacente ai cantieri di estrazione ormai dismessi, per un totale di 1,5 chilometri. La galleria, anche se difficilmente lo si percepisce durante la corsa con il trenino, è leggermente in salita, vi è un dislivello di 90 metri tra l’inizio e la fine del percorso in modo tale che in casi di pioggia si evitano allagamenti e l’acqua può scorrere via facilmente.

Il trenino porta direttamente ai cunicoli e ai cantieri di lavoro.

Ed è qui che, una volta scesi dal trenino (una corsa al buio intervallata solo da poche luci di emergenza che ricorda un po’ le case del terrore del luna park), ci troviamo a scoprire la baracca del capocantiere con tutte le attrezzature e la mensa dei minatori, dove gli operai potevano consumare il pranzo portato da casa.

Poco più avanti rispetto alla mensa, è ancora possibile vedere il demolitore con cui veniva perforata la roccia e i macchinari che venivano utilizzati per il trasporto dei materiali, come piccole ruspe e scivoli di discesa per il talco.

La visita prosegue a piedi tra simulazioni di esplosioni, prove con diversi modelli di perforatori della roccia (i più vecchi erano i più pericolosi per la salute perché sollevavano molta polvere, si è poi risolto innestando una punta da cui fuoriesce acqua che evita la dispersione del talco e attutisce il rumore) e spiegazioni dettagliate di come mettere in sicurezza le pareti per evitare crolli. Insomma una vera e propria immersione nel mondo duro e ai limiti degli uomini che lavorarono per decenni, più di 10 ore al giorno, tra queste montagne.

L’ecomuseo delle miniere

L’Ecomuseo delle Miniere e della Val Germanasca non vuole essere solo questa magica avventura, la sua intenzione è quella di imporsi come museo territoriale che, a partire dal tema del contadino-minatore estende l’interesse a tutte le risorse e alla cultura della valle: il paesaggio, la religione (la cultura valdese è sicuramente una specificità da cui non è possibile prescindere), la lingua occitana, l’economia familiare, i lavori nei campi e nel bosco, la vita comunitaria.

All’uscita dalla galleria vale la pena fermarsi all’esposizione museale allestita a fianco della biglietteria in quello che era un deposito per binari e carpenteria pesante dove vengono introdotte le tematiche principali che caratterizzano l’ecomuseo. Molto spazio è dedicato alle prime suggestioni legate al racconto di oltre 100 anni di epopea mineraria: in questo spazio trovano luogo proprio gli strumenti utilizzati dai minatori che hanno intrapreso l’attività di estrazione del talco più puro d’Europa.

Con l’estate 2021, grazie ad un progetto finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, è stata potenziata la sezione multimediale ed interattiva del museo che ora, insieme ad animazioni sulla storia geologica della terra e rappresentazioni 3D del bacino minerario, punta a rendere disponibili per il pubblico le videotestimonianze di tre generazioni di minatori della Val Germanasca.

 

Contatti

Località Paola, 10060 Prali (TO)

Info: +39 0121806987 info@ecomuseominiere.it

Costi e info su apertura:

– 15 Marzo/15 Settembre: 9.30-12.30/13.30-17.00 Chiuso martedì

-16 Settembre/30 Novembre: Aperto sabato e domenica 9.30-12.30/13.30-17.00 (possibile altre aperture per gruppi e scolaresche)

– Chiusura invernale: da fine novembre a metà marzo.

prenotazione obbligatoria

Intero, 16 € ; Ridotto (ragazzi 8-17 anni e gruppi min. 25), 13,50 € ; Scuole, 11 € ; Gratis, –promozione famiglie: 1 adulto + 1 ragazzo (8-17 anni), € 24

Elena Marcon
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Elena Marcon, amante del buon cibo e del buon vino. Mamma di Arturo e organizzatrice seriale di gite in Piemonte e viaggi in tutto il mondo
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Eravamo in due, Francesco e Cristina, improvvisamente ci siamo trovati in quattro, quando nel 2012 sono nati Enrico e Giulia. Abbiamo capito che le nostre vite sarebbero cambiate, ma non volevamo rinunciare alla nostra passione: VIAGGIARE. Grazie ai nostri “piccoli” abbiamo capito che esiste sempre un viaggio giusto.

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