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Le maschere del Carnevale in Veneto e origami

 

Il Carnevale è una delle feste più attese dell’anno da grandi e piccini. Il più grande divertimento sta nel pensare, ideare e fantasticare alla ricerca del travestimento perfetto. I bambini di oggi amano seguire la moda del momento: vestire i panni di supereroi o principesse Disney va per la maggiore. Il Carnevale però è una ricorrenza storica ed è bello anche raccontar loro dell’esistenza di maschere tradizionali ognuna con alle spalle una storia centenaria e un’origine regionale diversa. Per avvicinare i piccoli alle maschere del Carnevale in Veneto abbiamo pensato di associare la storia di un personaggio con un semplice lavoretto fatto con l’origami. Un’idea per farli imparare divertendosi.



Di maschere di Carnevale con origini in Veneto ce ne sono di famose, ma anche di meno conosciute. Questo articolo è una bella occasione per scoprire se le conoscete tutte e per insegnarle ai vostri bambini. Ad alcune abbiamo associato un lavoretto semplice all’origami, l’arte giapponese di creare forme con la carta, che abbiamo collegato al nome dei personaggi. Per far memorizzare loro i tradizionali personaggi Carnevale della nostra Regione.

Leggi anche Il Carnevale in Veneto: tutte le sfilate e le feste 2023

Le maschere tradizionali del Carnevale in Veneto

  • Le tradizionali maschere del Carnevale veneziano

1. Le maschere di Venezia: Colombina 

La maschera di Colombina nasce a Venezia ed appare già nel ‘500. Colombina è una serva vivace e furbetta che con la sua sapienza, allegria e arte da civettuola, riesce ad emergere tra  tanti personaggi maschili. E’ un personaggio grazioso che all’occorrenza sa esser bugiarda, maliziosa e chiacchierina. Prova molto affetto per la sua signora Rosaura, giovane e graziosa pure lei, ed è disposta anche a fare imbrogli su imbrogli per farla felice. Non va d’accordo con i padroni anziani e brontoloni e non si fa scrupoli a schiaffeggiare chi si permette di disturbarla mancandole di rispetto. Indossa sempre un vestitino a fiori bianchi e blu con gonna blu e sulle calze rosse e in testa ha una cuffietta bianca. L’abito di Colombina è un bel corsetto con le maniche e una gonna lunga. Nelle tasche del grembiule verde che ha legato in vita nasconde le sue carte d’amore. Non ha nessuna maschera che le copre il viso. Le sue singolari scarpe hanno una fibbietta con un piccolo fiocco azzurro. Quando serve sa essere impertinente e prende in giro chi le sta attorno facendosi beffe di loro.

Facile origami per giocare con Colombina

colomba all'origami

 

Ecco il tutorial più semplice con video per costruire una colomba di origami:

2. A Venezia nasce anche Pantalone

La maschera di Pantalone arriva a Venezia nel secolo XVI. Durante il Carnevale è la maschera più famosa ed usata anche dagli stessi veneziani.

Sull’origine del suo nome ci sono diverse ipotesi. Infatti potrebbe derivare da San Pantaleone, il Santo Patrono adorato a Venezia, oppure da “pianta-leone”: l’atto con cui veniva piantato lo stendardo della Serenissima da soldati e abbienti mercanti veneti dopo aver conquistato un territorio. C’è anche una terza ipotesi: il nome potrebbe semplicemente derivare dai lunghi pantaloni che indossa il personaggio.

Anche la figura di Pantalone, come altre maschere carnevalesche trae origine dalla Commedia dell’Arte, in cui era un vecchio brontolone che si esprimeva con accento veneziano. Il personaggio compare già in un canovaccio del 1568, forse rappresentato alla corte di Baviera.

Pantalone ha due volti sul palco: viene raffigurato o come un anziano e ricco mercante, stimato dalle persone; oppure come vecchio in rovina. In entrambi i casi è esperto ad organizzare matrimoni che creano vantaggi ai suoi figli (anche in sfavore della loro felicità).

Fu Goldoni a mitigare i forti contrasti di questo carattere, trasformandolo in un vecchio saggio e con buon senso per placare l’eccessivo entusiasmo dei giovani. L’allusivo cognome “De’ Bisognosi” dà un senso a ciò. I Bisognosi erano poveri mantenuti con la pubblica beneficienza della Serenissima Repubblica.

Il costume di Pantalone

Il costume di Pantalone è costituito da pantaloni neri e da una giubba rossa con una lunga zimarra nera. Ai piedi ha pantofole e una maschera con lungo naso a becco gli copre parte del volto. Gli oggetti che lo caratterizzano sono: un corto spadino e una borsa contenente le monete (in dialetto “la scarsela”). Pantalone impersona il tipico mercante veneziano del XVI secolo.

I veneziani si sono affezionati a Pantalone fin dalle sue prime apparizioni perché rappresentava l’anima del commercio ed aveva il fiuto per gli affari tipici della borghesia veneziana dell’epoca. E’ un personaggio che con il suo divenire da ricco e avaro commerciante a vecchio mercante in rovina è diventato un simbolo per Venezia e dei tempi che cambiano.

Facile origami per fare i pantaloni

Alleghiamo un video tutorial semplicissimo per imparare a fare i pantaloni all’origami. Anche se il video è in inglese non ha bisogno di traduzione:

3. Le meno famose di Venezia Rosaura e Corallina

Rosaura

Questo personaggio secondario e meno conosciuto è nientemeno che la figlia di Pantalone. L’attività che le riesce meglio è perdersi in chiacchiere con la sua cameriera, spesso nelle vesti di Colombina.

Le due donne sono molto legate e Colombina è sempre disposta a qualsiasi cosa pur di venire in aiuto alla sua amata padroncina, compreso informarsi su intrighi e su macchinazioni per renderla felice.

Spesso si innamora perdutamente di giovani maldestri e scapestrati, ma il suo amore è spesso contrastato dal ricco genitore.

Il suo costume tradizionale è caratterizzato da un abito verde, con fiocchi e nastri rossi. Non ha nessuna maschera sul viso e i suoi capelli biondi sono sempre raccolti in acconciature perfette.

Corallina

Non si sa molto della figura femminile del Carnevale di Corallina, ma sicuramente è una servetta vivace e peperina, che dà brio alle trame delle commedie con l’elemento amoroso. Caratteristica è la sua sensualità e volubilità.

  • Le maschere del Carnevale di Verona

Il protagonista del Carnevale veronese: Papà del Gnoco 

papà del gnoco

 

 

Come nasce il personaggio di Papà del Gnoco

A Verona, secondo fonti scritte risalenti all’inizio del 1200, nasce la più antica maschera di Carnevale d’Europa.  Tra le ipotesi, la più accreditata è quella collegata ad un tragico evento: un’inondazione del fiume Adige avvenuta tra il 1520 e il 1531 mentre Verona era già stremata dall’assedio dei lanzichenecchi. Ne conseguì una tremenda carestia.

Spinti dalla disperazione e dalla fame, i cittadini veronesi del Quartiere di San Zeno, presero d’assalto i forni per procurarsi pane e farina. A placare l’animo delle persone ci pensò un piccolo gruppo di cittadini abbienti, tra cui il medico Tomaso da Vico, donando viveri alle famiglie più bisognose.

Con cadenza settimanale, ogni venerdì offrivano al popolo gnocchi fatti di acqua e farina. Il banchetto si svolgeva su una grande pietra che ha preso il nome di “Pietra del Gnoco” e si può vedere ancora oggi nella piazza davanti alla Basilica di San Zeno.

Tomaso da Vico volle che nel suo testamento fosse scritto che una volta l’anno doveva venir organizzato un baccanale, per assicurare alla popolazione veronese del Quartiere di San Zeno provviste di vino e cibo: soprattutto gli gnocchi che non dovevano mai mancare.
Il Venerdì di Febbraio da allora divenne “Vendri Gnocolar” e il benefattore venne rappresentato con il simbolo del Carnevale veronese: la maschera di “Papà del Gnoco”.

La tradizionale Maschera di Papà del Gnoco

Papà del Gnoco è un signore di una certa età con capelli lunghi e barba bianchi. In testa ha uno stravagante cappello rosso con i sonagli a forma di gnocco ed ha un vestito beige con mantello rosso. Il suo personaggio è arricchito dal suo oggetto simbolo per eccellenza: uno scettro a forma di forchetta gigante con infilzato un grande gnocco. Il Papà del Gnoco si muove a cavallo di un asinello oppure a piedi.

Negli anni si è formato un vero e proprio Comitato per il Bacanal del Gnoco che inizialmente stabilì che la carica del Re del Carnevale veronese fosse vitalizia e perfino ereditaria. Negli ultimi decenni invece si è deciso di rendere la carica elettiva. Il giorno delle elezioni nel Quartiere di San Zeno c’è una grande festa durante la quale, ovviamente, vengono offerti vino e gnocchi a tutta la popolazione.

Ogni ultimo venerdì di Carnevale, chiamato ancora oggi “Venerdì gnocolar”, per le vie del centro storico di Verona sfilano carri allegorici guidati da quello con una mega maschera di Papà del Gnoco.

Per ricordare Papà del Gnoco: la camicia ad origami per il Papà

In immagine le istruzioni per realizzare una camicia con l’origami, idea regalo anche per la Festa del Papà.

istruzioni camicia all'origami

 

Il personaggio di Verona meno conosciuto: Fracanapa

Il personaggio di Fracanapa nasce come marionetta veneta, originaria di Verona da Fra Canàpa: un frate cicciottello con un grande naso, in dialetto la “cànapa” appunto.

Divenuto famoso grazie al marionettista Antonio Reccardini (1804-1876), arrivò sulle scene per la prima volta ad inizio Ottocento.

Fracanapa è un uomo bonario e intelligente, con un carattere accondiscendente. Una buona forchetta e amante del vino appare a volte servo e altre padrone, a volte ricco e altre povero.

In scena ha un aspetto curato, con una marsina scura e stretta, un rosso panciotto, pantaloni corti al ginocchio e con in testa un nero tricorno. Caratteristico è il suo modo di parlare a scatti, che lo porta a scandire qualche sillaba e storpiare alcune lettere, con l’obiettivo di riscuotere ilarità.

 

Se siete interessati qui trovate tutti i dettagli su come si festeggia e quali saranno gli eventi online del Carnevale 2021 in Italia.

Se invece volete sapere di più su altre tradizioni della nostra Regione non perdetevi il racconto della magica storia di Santa Lucia in Veneto.

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Chi siamo

Eravamo in due, Francesco e Cristina, improvvisamente ci siamo trovati in quattro, quando nel 2012 sono nati Enrico e Giulia. Abbiamo capito che le nostre vite sarebbero cambiate, ma non volevamo rinunciare alla nostra passione: VIAGGIARE. Grazie ai nostri “piccoli” abbiamo capito che esiste sempre un viaggio giusto.