Accoglienza in hotel e B&B e disabilità: le strutture ricettive sono pronte? Cosa posso fare per te? Questa è la domanda che ogni famiglia con bambini disabili o con difficoltà vorrebbe sentirsi dire quando viene accolta in una struttura, di qualsiasi tipo essa sia. Proviamo a fare il punto su accoglienza alberghiera e disabilità, soprattutto dal punto di vista di genitori e bambini.
La nostra esperienza con bambini autistici negli alberghi
Vi parliamo per esperienza personale, per bagaglio culturale e lavorativo nel turismo, ma soprattutto per sperimentazione in prima persona dell’accesso e accessibilità di strutture di ogni ordine e grado. Sono rarissime le volte, si possono davvero contare su una mano, in cui un host ci abbia chiesto quali fossero le nostre necessità. Le pochissime volte che è successo, ci siamo commossi. Eppure, basterebbe veramente poco, anzi pochissimo.
Vademecum per rendere un albergo o un B&B a misura di persone con disabilità dai 0 ai 99 anni
Partiamo dalle basi: una struttura deve essere accessibile a tutte le disabilità di tipo motorio o che comunque prevedano accessi con supporti meccanici o su ruote (abbattimento delle barriere architettoniche, ascensori/montacarichi, spazi adeguati e bagni strutturati ad hoc). Possiamo dirvi che anche molte delle disabilità apparentemente non motorie possono senza dubbio beneficiare di queste accortezze.
Ci sono dei tipi di difficoltà motori, non visivamente identificabili, che hanno bisogno comunque di supporto nelle salite/discese etc.
Uno spazio dedicato all’inclusività sul sito in fase di prenotazione
Per dare una giusta accoglienza, si deve partire dalla fase di prenotazione. Sarebbe fantastico poter segnalare con un apposito spazio, tipo un flag, la necessità di assistenza sui siti. Avere uno spazio in fase di prenotazione in cui poter segnalare le proprie criticità agli host.
Quali sono le esigenze di una famiglia con bambini autistici in albergo
Ecco i punti che una struttura ricettiva dovrebbe tener presente in fase di prenotazione per farvi alcuni esempi pratici:
- Poter segnalare la non tolleranza alle attese, con rischio di sovraccarico e meltdown (crisi esplosiva) se si dovesse fare coda alla reception (siete mai stati ad esempio in orario di check-in in un albergo Disney, per esempio? Ecco, appunto.)
- Poter richiedere una camera a piano terra, o primo piano (senza stanze sotto), perché nostri bambini/ragazzi sono in grado di saltellare sul posto per ore.
- Poter richiedere che venga isolata la stanza dalla filodiffusione per evitare di andare in sovraccarico uditivo.
- Stessa cosa per le luci.
- Poter richiedere menù su richiesta, nonostante agli occhi dei tanti possano sembrare
- ripetitivi (ma la selettività alimentare porta a scelte rigorose)
- Poter cenare in camera, se non si riesce a mantenere un equilibrio emotivo col caos del ristorante.
- Poter richiedere lo stesso tavolo, stesso ombrellone e via discorrendo.
- Segnaletica, menù e dépliant in CAA (vedi l’articolo a riguardo sulla comunicazione aumentativa alternativa ), indicazioni in Braille, foto e raffigurazioni visive del da farsi in hotel, per esempio.
- Poter proporre attività ludiche con personale qualificato (questo sarebbe un sogno meraviglioso, poi vi racconteremo di quella volta che…ce ne sarà modo).
Queste sono alcune delle richieste possibili, le disabilità sono così diverse. Le necessità, completamente opposte.
Le stesse persone autistiche, come i nostri figli, sono una diversa dall’altra.
Perché accontentare ogni richiesta, anche bizzarra, dei clienti, ma non poter aiutare persone che vorrebbero provare esperienze e partecipare, solo perché sulla carta hanno qualcosa di apparentemente diverso dagli altri?
Se ci pensate bene non sono cose impossibili.
Il valore aggiunto che non costa niente per l’accoglienza di bambini e famiglie
Alla base di tutto, ovviamente ci sta un elemento imprescindibile dell’accoglienza: l’empatia.
Nonostante si possa non essere preparati (e nel 2023 almeno un’infarinatura generale di preparazione al tipo di cliente dovrebbe esserci), se ci si pone in maniera cordiale e disponibile si può comunque venire incontro alle esigenze delle famiglie.
Come ci piace sempre ripetere, a chiunque ci chieda perché, nonostante tutte le difficoltà, restiamo dell’idea che viaggiare sia il nostro obiettivo, rispondiamo così: La bellezza del mondo è di tutti.
Leggi anche la nostra guida per i viaggi inclusivi