Smontiamo la tenda e lasciamo a malincuore Lake Louise. Oggi non abbiamo tantissimi chilometri da fgare, però quei pochi saranno indimenticabili. Canada, 16esimo giorno: la Icefield Parkway fino a Jasper. Si va verso nord e il paesaggio a fine agosto comincia a cambiare, diventa più brullo, essenziale, selvaggio e le punte degli alberi indossano i colori autunnali, un rosso bruciato e denso.
Canada, 16esimo giorno: la Icefield Parkway
la Icefield parkway è una delle strade più belle del Nord America. Percorriamo i 200 chilometri da Lake Louise a Jasper con il naso attaccato al finestrino: monti, laghi, nuvole. Lungo la strada ci sono dieci imperdibili punti di osservazione:
- Herbert Lake, con un’imperdibile sita sul Mount Temple;
- Crowfoot Glacier, poco prima di Bow Lake;
- Bow Glacier Falls;
- Peyto Lake;
- Mistaya Canyon, che si raggiunge con cinque minuti di cammino;
- Panther Falls;
- Parker Ridge, da cui partono bellissimi sentieri;
- Athabasca glacier;
- Tangle Falls;
- Athabasca Falls.
La percorriamo lentamente e ci fermiamo prima al Mistaya Canyon e poi al Parker Ridge a fare un pic nic.
Con grande disappunto di Enrico non vediamo animali, ma vediamo un canyon, un ghiacciaio e chiacchieriamo per tutta la strada, facendo a gara a indovinare cosa si nasconde dietro la prossima curva.
Un campeggio in “territorio di orsi”
Il campeggio che abbiamo scelto, “Wabasso”, è a 15 chilometri dalla cittadina di Jasper. Mano a mano che ci avviciniamo, la vegetazione diventa più selvaggia. Questo campeggio, a differenza di quello di Lake Louise, non è recintato. Ovunque leggo i cartelli: “Attenzione, siete nella terra degli orsi”. Siamo ospiti in una terra non nostra. Ospiti graditi? Cerco di non pensarci. Arriviamo verso le quattro del pomeriggio e, sarà per l’orario, il campeggio sembra fantasma. Montiamo la tenda nel silenzio rotto solo dai richiami dei corvi.
La nostra piazzola è vicina al bagno (il nostro tour leader Francesco pensa sempre a tutto!), ma qui non ci sono docce. Dovremo trovare una soluzione per lavarci. Mi chiedo qual è la ragione per cui non costruire una doccia in un campeggio dove ci sono i bagni. Non trovo risposta. È stupido e basta. Montata la tenda, andiamo ad esplorare Jasper.
Canada, 16giorno: arrivo a Jasper
È amore a prima vista. Mi bastano due dettagli e subito questa cittadina selvaggia nel parco nazionale mi conquista. Parcheggiamo l’auto davanti a un giardino con rose e girasoli, innaffiatoi colorati e piccoli spaventapasseri. Un cartello spiega: “Questo giardino è di tutti, entrate e date il vostro contributo, rispettate gli spazi e le piante”. Sembra il giardino delle fiabe.
Secondo dettaglio che mi colpisce: a Jasper le panchine sono rivolte verso i binari. Ti puoi sedere e guardare i treni che partono e arrivano, sullo sfondo le Montagne Rocciose. Qui treni sono lunghissimi e lenti, molto lenti. Puoi davvero sederti sulla tua panchina e guardarli affidando al movimento lento e allo sferragliare delle ruote i tuoi pensieri.
E come a volte accade nelle storie d’amore, la mia infatuazione per Jasper si raffredda dopo un po’, quando scopro che trovare un wi-fi è un’impresa eroica: ristoranti e bar non hanno linea. Dopo i quattro giorni di isolamento a Lake Louise vorrei postare i racconti (che sto scrivendo ogni sera) e controllare la posta.
“It’s Jasper, baby”, mi prende in giro Francesco.
Jasper, dormire nella tenda congli orsi
Mangiamo una pizza da Jasper Pizza e andiamo a dormire. Francesco legge un libro su come difendersi dagli orsi. Svuotiamo la tenda da qualsiasi cosa abbia un odore persistente, perché potrebbe attirarli. Controlliamo tasche e angolini. Mettiamo fuori dalla tenda tutte le nostre provviste, ma anche il burro di cacao, la crema per le zanzare e l’acqua.
Il silenzio è totale. Il buio buio. Non ci sono neanche stelle. Spegniamo la luce nella tenda e rimaniamo noi quattro. Istintivamente ci avviciniamo, occhi aperti, cerchiamo di sfidare la notte, ma non si vede nulla. Non si sente nulla.
I bambini si sente che hanno mille domande, ma, come per un’intesa implicita, non proferiscono parola. Inesorabilmente i nostri occhi si chiudono, le orecchie trovano pace. Siamo piccoli uomini nella terra degli orsi.
Diario di viaggio: 21 giorni in Canada on the road
Secondo giono Vancouver e la caccia alle balene
Terzo giorno: Vancover, visita a Capilano e a Stanley Park
Quanto giorno: Vancouver Island
Quinto giorno: la corsa delle capre a Victoria
Sesto giorno: in viaggio verso Port Hardy
Settimo giorno: l’Inside Passage
Ottavo giorno : faccia a faccia con gli orsi
Nono giorno: mille chilometri di Hightway
Decimo giorno: Mountain Coaster a Revelstoke
Dodicesimo giorno. arrivo a Banff
Tredicesimo giorno. il Parco Nazionale di Banff
Quattordicesimo giorno: Lake Louise e Lake Moraine
Quindicesimo giorno: Relax a Lake Louise