Apro la tenda e piove. Il cielo è plumbeo, senza colori, né sfumature, né timidi annunci di sole. Abbiamo scelto di stare nei parchi di Banff e Jaspe per otto giorni anche perché sapevamo che alcune giornate potevano essere rovinate dal maltempo. Ci vestiamo velocemente e andiamo in paese a fare colazione. Scopriamo un caffè-panetteria, “The Other Paw – Bakery & Cafè” (l’originale “The Bear’s Paw, segnalato dalla Lonley Planet, è pieno di turisti, mentre questa filiale è più tranquilla), che diventerà il nostro punto di partenza qui a Jasper. Canada, 17esimo giorno: Five Lakes e Pyramide Lake.
Canada, 17esimo giorno: hiking per famiglie ai Five Lakes
Che fare con il brutto tempo? Il Parco Nazionale di Jasper è famoso per il trekking. Abbiamo tutti e quattro voglia di camminare nonostante la pioggia, e scegliamo la passeggiata dei “Five Lakes”, tutta in piano. Ce l’hanno consigliata al visitor center perché adatta ai bambini e alle famiglie.
Piove. L’umidità passa sotto il k-way e le felpe, fino a dentro le ossa, ma camminando ci riscaldiamo e il paesaggio è spettacolare: i colori freddi, la bruma, l’atmosfera fiabesca. Wow! Dopo un quarto d’ora di cammino incontriamo il primo dei cinque laghi. È di color smeraldo, con una scia fosforescente. Sembra che la natura ci abbia messo degli occhiali con filtri colorati: è uno specchio d’acqua magico, carico di energia pronta ed esplodere. Fisso il centro del lago, convinta di veder emergere una creatura magica, con un lungo collo ricoperto di squame metalliche. Non accade nulla e continuo a camminare, ma ogni tanto mi guardo alle spalle.
Camminiamo cantando. Il miglior modo per tenere lontani gli orsi è farsi sentire, perché l’orso non ha paura dell’uomo ma non ha neanche voglia di incontrarlo, perciò per tenerlo a distanza bisogna farsi sentire. E così noi camminiamo e cantiamo.
La prima parte del sentiero è lunga 4 chilometri e la facciamo a passo svelto. Gli alberi sono così fitti da attenuare la pioggia, ma il terreno è fangoso. I bambini hanno un approccio a questa giornata molto diverso dal nostro. Mentre per noi adulti il fango è un ostacolo, abbiamo timore di sporcarci e pensiamo a come puliremo le scarpe, per i bambini il fango è una figata… camminano come due caprette, saltando sulle pietre e le radici degli alberi.
A questo punto si potrebbe tornare rapidamente al punto di partenza, ma noi non siao stanchi e decidiamo di continuare a camminare, prendendo la strada più lunga, che ci riporterà alla macchina dopo altri cinque chilometri. Il dislivello è minimo e i bambini camminano, giocano e si sporcano felici.
Credo che nonostante il mal tempo sia stata una dei più bei trekking che abbiamo fatto: per niente stancante e suggestivo. Avvolti dalle altissime acacie, spesso non riusciamo neanche a vedere il cielo, diventiamo minuscole creature del bosco.
Canada, 17esimo giorno: pic-nic a Pyramid Lake
Per l’ora di pranzo ha smesso di piovere e improvvisiamo un pic nic al Pyramid Lake. Qui non facciamo nessun sentiero, i bambini giocano tra i tronchi, lanciano sassolini nel lago e, seduti su una panca, si contendono gli ultimi marshmallow.
Purtroppo ricomincia a piovere, ma per il pomeriggio abbiamo l’asso nella manica
Canada, 17esimo giorno: un corso da piccoli ranger
Andiao a cena presto e subito dopo Francesco e i bambini vanno al Wapity campground dove si tiene un corso per giovani guardiaparco. Gli insegnanti sono due ranger, Chris e Lianne, che con dei giochi divertenti insegnano ai bambini alcune regole di sicurezza negli incontri con gli animali selvatici e di salvaguardia del parco. Per esempio: sapete qual è la distanza minima di sicurezza da un wapiti? Trenta metri. E da un orso? Cento metri. Come si fa a capire quando si è a cento metri da un orso? Quando all’orizzonte puoi coprire la sua sagoma con il tuo pollice. I bambini, che per fortuna parlano bene l’inglese, si divertono moltissimo. Peccato che tutte le attività del parco si interrompano il 1° settembre, con l’inizio delle scuole in Canada. È bellissima questa attenzione per l’educazione dei piccoli ad amare l’ambiente e gli animali.
Mentre i bimbi giocano, io mi rifugio nella hall di un hotel vicino per postare i racconti di viaggio arretrati.
Qui incontro Marianna e Maurizio che, con il loro bimbo, stanno facendo un giro simile al nostro, ma di due settimane. Ci fermiamo a chiacchierare.
Jasper, la città degli elk
Torniamo in campeggio, ma sulla strada del rientro ci aspettano due sorprese: un enorme arcobaleno a sette colori sul treno fermo nella stazione e, quanfdo ormai è l’ora del tramonto, un branco di elk che ci aspetta sulla highway 16, appena fuori Jasper.
Gli elk sono i wapiti, grossi cervi simili alle renne.
Enrico li adora e scatta decine di foto.
Andiamo a letto felici, nonostante la giornata di pioggia. Piove tutta la notte. E la pioggia che cade sulla tenda, nel silenzio del parco, diventa assordante. Piove, piove, piove. Mettiamo la testa sotto il sacco a pelo per istinto e ci addormentiamo. Le previsioni danno tuoni e fulmini anche per domani.
L’estate in Canada è più fredda dell’inverno a Napoli
Ci avviciniamo alla fine del viaggio. Con il tempo, considerato che siamo in Canada a fine estate, siamo stati finora molto fortunati. Questo temporale non ci voleva. Per la prima volta Giulia dice: ”Mamma, quando torniamo a Napoli?”. Ed Enrico: “Mamma, in Canada d’estate fa più freddo che a Napoli”. Fuori ci sono otto gradi, e viste le temperature trovate a Lake Lousie, a me sembra che faccia caldo. Poi mi soffermo sulle parole di Enrico e penso a quando, le mattine d’inverno, metto ai bambini calzamaglia lunga, piumino doppio, sciarpa e cappello quando vanno a scuola con 10-12 gradi, mentre qui hanno i pantaloni leggeri da trekking, la felpa e la sera il piumino leggero. Ecco l’apprensiva mamma italiana alle prese con una realtà differente. A volte sì, sono troppo apprensiva e tendo a coprire troppo i bambini. Il freddo è una questione di abitudine. Certo non arrivo al livello dei canadesi, che vedo girare in t-shirt e infradito, ma sono contenta che il viaggio ci stia insegnando ad adattarci, a coprirci a strati, a sopportare il freddo, e anche a prendere un po’ in giro le mie ansie da mamma.
Mi addormento ripromettendomi di coprire un po’ meno i bambini questo inverno, sicura che non ci riuscirò, perché, appena tornata in città, tutto tornerà “normale”.
Diario di viaggio: 21 giorni in Canada on the road
Secondo giono Vancouver e la caccia alle balene
Terzo giorno: Vancover, visita a Capilano e a Stanley Park
Quanto giorno: Vancouver Island
Quinto giorno: la corsa delle capre a Victoria
Sesto giorno: in viaggio verso Port Hardy
Settimo giorno: l’Inside Passage
Ottavo giorno : faccia a faccia con gli orsi
Nono giorno: mille chilometri di Hightway
Decimo giorno: Mountain Coaster a Revelstoke
Dodicesimo giorno. arrivo a Banff
Tredicesimo giorno. il Parco Nazionale di Banff
Quattordicesimo giorno: Lake Louise e Lake Moraine