Stamattina sveglia presto, lasciamo Victoria e andiamo a Nord di Vancouver Island. Canada, sesto giorno: in viaggio verso Port Hardy.
Canada, sesto giorno: in viaggio verso Port Hardy
Quattrocento novantacinque chilometri in macchina: oggi è una giornata di trasferimento. E anche domani sarà una giornata di viaggio, ci imbarchiamo per fare la prima tratta della rotta dell’ “Inside Passage” (che porta fino all’Alaska) per poi deviare e fermarci a Bella Coola, piccolo centro abitato nel mezzo del nulla, ai margini delle foreste dove vivono gli orsi.
La British Columbia ha la più grande concentrazione di Grizzly. E noi dopo essere usciti a caccia di balene, aver toccato lombrichi e tarantole e accarezzato capre, ci addentreremo nelle foreste a caccia di orsi
Sull’autostrada procediamo piano, non si possono superare i cento chilometri all’ora, in alcuni punti la velocità massima si abbassa agli 80 (in Canada usano i chilometri come in Europa e non le miglia come in America) . E ci sono una serie di semafori.
Più andiamo avanti e meno macchine vediamo. Per pranzo ci fermiamo a Campell River. Gli abitanti dell’isola dicono che qui finisce la civiltà
Canada, sesto giorno: in viaggio verso Port Hardy. Tappa Campbell River
E anche in un giorno di trasferimento , in cui maciniamo chilometri, troviamo un piccolo gioiello. Per pranzo ci fermiamo in questo paese di pescatori. Mangiamo pizza (non so perché, ma sia Francesco che io adoriamo le pizze americane) e spaghetti (Giulia ha avuto il coraggio di mangiare spaghetti con il ketchup ) e facciamo una lunga corsa sul “Discovery Pier”.
C’è un vento pazzesco e solo mare intorno a noi. I bambini corrono e gridano e il vento si porta via la loro gioia e la disperde tra le nuvole, come fossero voci d’angeli.
Campbell River, Discovery Pier
C’è talmente tanto vento che Giulia a un certo punto si blocca, ha paura di volare via. Ma c’è Enrico che l’abbraccia forte: “Non avere paura, ti tengo io”. Da figlia unica, mi commuovo sempre quando li vedo così uniti. In viaggio poi, sono solo loro due e noi. Siamo solo noi quattro …e i legami si intrecciano, fitti e forti.
Sul molo i bambini fanno la gincana tra le vasche per la pulizia del salmone e i tavoli per i pic-nic. Dietro un casotto blu, che sembra dipinto, un ragazzo solitario lancia la lenza e attende.
Campbell River, Discovery passage aquarium
E prima di riprendere il viaggio visitiamo il “Discovery passage aquarium”. Piccolo e magnifico. È un acquario dove i bambini non solo possono vedere i pesci, ma li possono toccare e scoprire. Ci sono circa cento specie differenti di pesci locali, come il salmone, il polipo, ma anche le stelle marine e anemoni.
Siamo stati solo mezz’ora, ma è stata un’esplosione di sensazioni: ruvido-liscio, duro-morbido, freddo-caldo. Un’’altra riserva di carezze date e ricevute.
Campbell River è stata solo una tappa di passaggio, ma è da scoprire. All’ufficio informazioni ci hanno consigliato anche lo snorkeling con i salmoni, le Elk Falls (a due chilometri dal centro abitato) e il museo sulla cultura indigena.
Arrivo a Port Hardy
Ripartiamo da Campbell River; l’autostrada è finita e procediamo su una strada a due corsie. Intorno a noi solo alberi. Davanti alberi e cielo. Un orso cucciolo ci attraversa la strada (giuro, abbiamo il video nelle nostre stories di instagram) e arriviamo nel nulla.
Una notte di sosta, in un ostello con la cucina tipica americana e i letti a castello. Domani sveglia alle cinque. Sarà dura. I bimbi sono crolalti subito. Io sono in cucina a scrivere, sento il vento premere contro i vetri e trovare spazi nelle fessure, lo sento freddo fare mulinelli sotto il tavolo. Vado a dormire. L’alba è vicina.
Diario di viaggio: 21 giorni in Canada on the road
Secondo giono Vancouver e la caccia alle balene
Terzo giorno: Vancover, visita a Capilano e a Stanley Park
Quanto giorno: Vancouver Island
Quinto giorno: la corsa delle capre a Victoria