Dove dormire sull’Etna con i bambini? L’offerta ricettiva all’interno del parco dell’Etna è sicuramente ampia e adatta a tutte le esigenze, ma se volete svegliarvi e come prima cosa vedere il cratere fumante del vulcano non potete che scegliere il Rifugio Sapienza, l’unico presente a 1900 mt. La nostra esperienza in questa struttura storica (e recentemente rinnovata) è stata davvero confortevole. Le stanze sono semplici, ma, con i bambini la comodità di trovarsi a pochissimi passi dalla funivia, al rientro dalla nostra escursione è stata davvero impagabile.
La storia del Rifugio Sapienza
Il rifugio Sapienza fu costruito, così come lo vediamo oggi, più di 60 anni fa, dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Prima era una struttura edificata dallo Stato dedicata alle Milizie Volontarie e la strada carrozzabile non raggiungeva ancora il Rifugio ma vi si accedeva a piedi dalla Casa Cantoniera. La guerra interruppe l’avanzamento lavori che fu ripreso e ultimato solo nel 1946 grazie alle donazioni di associazioni volontarie come il Club Alpino Italiano e a quella di un privato, fratello del socio CAI “Giovannino Sapienza”, a cui il rifugio è dedicato e che fu tra le vittime della guerra.
Il rifugio prevedeva 42 posti letto ed un ristorante per altrettante persone che divennero, a seguito di ampliamento, 100 posti letto e 200 posti ristoro, e si presentava come un luogo spartano di ricovero per sciatori e alpinisti.
Solo molti anni dopo, quando il CAI decise di venderlo a una gestione privata, venne trasformato in un vero e proprio albergo con bar e ristorante così come lo vediamo oggi.
Ma il Rifugio ha anche una storia “vulcanica” legata alle attività dell’Etna. Eruzioni e terremoti si sono accanite contro di lui. La colata più drammatica si verificò il 9 aprile del 1983, quando la lava si appoggiò alla parete Nord, risalendo fino al secondo piano, circondando tutto l’edificio e distruggendo “il Caminetto”, una struttura adiacente riservata solo ai Soci del C.A.I. Nel 2001 e nel 2002 le colate si diressero verso il Rifugio. La seconda, dopo aver lambito la stazione di partenza della Funivia, puntò diritta sul Sapienza. Il tempestivo intervento degli uomini e dei mezzi della Protezione Civile, insieme ai genieri dell’Esercito Italiano e ai volontari del C.A.I. riuscirono a controllare il corso della colata finché non giunse l’esaurimento dell’alimentazione a monte. Il Sapienza era salvo.
Spettacolari sono le fotografie e le cartoline che si trovano all’interno del rifugio che testimoniano questi avvenimenti, così come i racconti di chi li ha drammaticamente vissuti (chiedete ai titolari e vi racconteranno la storia).
Il rifugio Sapienza: 24 camere
Il Rifugio Sapienza è in grado di ospitare 55 persone in 24 camere (singole, doppie, triple) tutte arredate con minifrigo e comodi armadi e scrivanie, con servizi interni anche per disabili (doccia o vasca), TV, ascensore e un incantevole panorama che spazia dalla costa catanese allo sguardo sornione di Idda.
Al mattino vi attende un’ottima e abbondante colazione al bar del piano terra dove troverete opzioni dolci e salate. Disponibili ad accontentare ogni esigenza, lo staff del rifugio ha un occhio di riguardo per i bambini.
Il progetto MyEtna
Per anni gestito dal noto imprenditore catanese Gioacchino Russo, oggi il Rifugio Sapienza è affidato a due amici imprenditori, Domenico Moschetto e Salvo Caruso, che sono nel campo della ristorazione da decenni. La loro passione per il cibo si riflette negli ottimi piatti proposti dal ristorante, con prodotti tipici e ricette del territorio e nel progetto collaterale al rifugio (oltre alle pizze), l’Enoteca dell’Etna a Ragalno, un luogo dove assaggiare tantissime eccellenze siciliane e dove trovare i prodotti di MyEtna (bevande, vini, birre artigianali, pesti, sughi, marmellate tutti rigorosamente local) marchio creato dai sempre dai gestori.
Noi ci siamo stati a fare una degustazione di vini e vi consigliamo di riservarvi un paio d’ore per visitare questa enoteca ricavata da un ex palmento, il luogo in cui avveniva la pigiatura dell’uva per produrre il mosto che veniva riposto in grandi vasche.
Giuseppe, nipote dei proprietari e preparatissimo sommellier, nel presentarci il progetto ci racconta che l’uva veniva scaricata da una finestra attraverso il ballatoio (lastricu) nelle arie del palmento, dove un pigiatore, detto pistaturi, provvedeva con una tecnica tutta particolare a pigiare l’uva a piedi nudi o con l’uso di pesanti scarponi. Oggi il palmento non è in funzione ma è conservato perfettamente e attraverso le fotografie dell’epoca si può comprenderne il funzionamento. Ciò che ci ha colpito maggiormente è la socialità che questo luogo esprime: un luogo dove tutti potevano portare la propria uva e fare il proprio vino e condividere la gioia della vendemmia insieme.
Oggi che i palmenti sono divenuti illegali per questioni igienico-sanitarie è lodevole l’iniziativa di recupero di questo luogo e gli obiettivi del progetto MyEtna: Enoteca dell’Etna, oltre alla diffusione della cultura del vino (produzione vinicola regionale), vuole valorizzare la produzione dell’olio locale, proteggere l’identità e le tradizioni del territorio con particolare attenzione alle risorse enogastronomiche, agricole, artigianali ed artistiche. Consiglio: compratevi una valigia in più se decidete di visitarlo, le tentazioni sono troppe!
- Rifugio Sapienza
- Dove: Piazzale Rifugio Sapienza, 95030 Nicolosi CT
- Contatti e prenotazioni: 095 915321 – sito internet
- Enoteca dell’Etna
- Dove: Via Paternò, 30, 95030 Ragalna CT
- Contatti: 095 328 8730
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