Quando abbiamo pianificato il nostro viaggio in Giappone più volte ci siamo fermati a riflettere se andare o non a Hiroshima con i bambini. Io (Cristina) ci ero già stata e ancora ricordo l’oppressione del cielo che premeva sulla testa in quella città. È una sensazione strana. Mi sentivo “schiacciata”. Perciò ero molto indecisa se far provare questa sensazione anche ai miei figli. A dire il vero oggi Hiroshima è una città vivace e moderna, ma è davvero impossibile non associarla alla bomba atomica, alle guerre più atroci, alla morte. Credo che la più grande operazione sia stata trasformarla in città della Pace e questo è il principale motivo che ci ha spinto, alla fine, ad andare a Hiroshima con i bambini: insegnarli la potenza della Pace, capire con loro quanto si può sbagliare, quanto dolore si può generare, quanta sofferenza, ma anche come trasformarla. È terribile dirlo, ma grazie alle vittime di Hiroshima e Nagasaki, alla loro sofferenza, ai bambini rimasti orfani e a quelli mai diventati adulti, l’uomo non ha più avuto il coraggio di utilizzare una bomba così devastante come l’atomica. Hiroshima ha salvato il mondo. Ecco, con questo spirito abbiamo deciso di fare tappa a Hiroshima. Ma cosa vedere a Hiroshima?
Come arrivare a Hiroshima
A Hiroshima si arriva in Shinkansen da Kyoto o da Osaka (le due città più vicine). E noi ne abbiamo scelto uno davvero particolare, proprio per “alleggerire” la giornata”: Shinkansen di Hallo Kitty.
Una volta scesi in stazione non vediamo la metropolitana.
Sulla guida che abbiamo comprato c’è scritto di prendere il tram (linee n. 2 o 6 e di scendere alla fermata “Genbaku Dome-mae”), ma quando usciamo dalla stazione, ci sono solo autobus e nessuno parla inglese, alla fine ci accorgiamo che c’è un punto informazioni e qui ci spiegano che con il JR Pass possiamo prendere Il Sightseeing Loop Bus, che parte proprio dalla stazione (uscita Nord) e si ferma in tutti i punti turistici.
Cosa vedere a Hiroshima con i bambini
Siamo dunque saliti sul bus rosso con guida in giapponese e inglese. Queste le attrazioni principali sulla linea del bus
- Hiroshima Prefectural Art Museum, da cui raggiungere anche il Shukkein Garden
- Il Castello di Hiroshima, che risale al 1589, ma è stato ricostruito dopo la bomba atomica
- Hiroshima Museum of Art, dove si possono trovare quadri di Monet, Van Gogh e Renoir oltre che opere della pittura tradizionale giapponese
- Kamiya-Cho
- The Atomic Dome
- The peace MemorialMuseum
- Hatchobori
- Hiroshima City Museum Contemporaney Art, un museo disegnato da Kisho Kurokawaall’interno del parco Hijiyama
- Shontenchi
- Namiki -dori
- Futabanosato Historical Walking Trsil
- Hiroshima Togoshogu Shrine
Noi siamo scesi alla fermata sei.
Hiroshima con i bambini, visita al The peace Memorial Museum
Il costo del biglietto di ingresso al museo della Pace di Hiroshima è simbolico (200 Yen, poco più di un euro) e i bambini entrano gratis.
Abbiamo però preso le audioguide (anche in italiano, a 400 Yen, circa due euro). Lasciati gli zaini negli armadietti siamo entrati.
Appena entrati di vede Hiroshima prima della bomba: una cittadina ricca di vita, con le case di legno, le botteghe, le vie animate e la gente.
A Hiroshima il tempo non è come nel resto del mondo, c’è un prima, c’è l’Atomica, alle 8.15 del 6 agosto 1945, e c’è il dopo la bomba.
Nella seconda sala un grande schermo circolare al pavimento su cui è proiettata la piantina della città trasmette un video, con Hiroshima prima della bomba, il fungo atomico e l’intera città rasa al suolo, con solo una parte dell’ex centro di promozione industriale della Prefettura di Hiroshima, una delle poche costruzioni in muratura vicine all’epicentro, è rimasto in piedi.
I bambini sembrano interessati. Ci sono le foto scattate pochi minuti dopo l’esplosione sull’ Aioi Bridge , una foto della nube, un quadro che ritrae una donna con una grande bocca che beve la pioggia nera caduta dal cielo poche ore dopo l’esplosione, ma ci sono anche le divise scolastiche dei bambini e poi le foto dei feriti, la pelle che si stacca a pezzetti dal corpo, i capelli bruciati, gli occhi esplosi…l’audio guida racconta le immagini, ma non solo per ogni immagine c’è una storia, una persona scomparsa o sopravvissuta, un parente, che ha trovato solo un oggetto, un genitore che ha visto morire un figlio, un figlio oche ha scavato sotto le macerie della casa e ha trovato le ossa della mamma. Ci sono i gradini di un tempio (non ricordo bene) , sono tutti bianchi, perché l’onda di colore li ha investiti sbiancandoli, solo al centro sono rimasti più scuri, perché lì era seduta una persona. Chi era? Non lo sa nessuno, ma molti familiari delle vittime si sono contesi quell’ombra come ultimo ricordo del proprio caro. Non restava altro.
L’audio guida ha 64 racconti. Nonostante anche noi adulti fossimo molto presi dalla visita continuavamo a controllare i bambini a chiedergli se avessero capito e se andasse tutto bene. Alla postazione 38, non ricordo più neanche cosa fosse, ho visto Enrico che camminava piangendo a dirotto. “Vuoi uscire?”, gli ho chiesto. “Mamma, io ho capito, ma ora vorrei proprio uscire, sì”. A quel punto io ed Enrico abbiamo attraversato il museo occhi bassi e siamo usciti, fermandoci solo nell’ultima sala, quella dal numero 56 in poi, che parla della ricostruzione di Hiroshima e del significato oggi della pace, perché ogni storia deve sempre avere una fine. E la fine della storia di Hiroshima è quello che si può fare oggi, che possiamo fare noi, ma soprattutto le grandi potenze mondiali, perché tutto quello che avevamo appena visto non accada mai più.
Dopo circa mezz’ora sono arrivati anche Francesco e Giulia e siamo usciti all’aperto.
Il Cenotafio delle vittime della bomba atomica
La prima cosa che vediamo è il Cenotafio delle vittime della bomba atomica (monumento commemorativo di Hiroshima, città della pace) qui è scritta la lista dei nomi di coloro che sono morti durante il bombardamento atomico. È fatto di pietra e ha la forma di un tetto triangolare per proteggere le anime delle vittime della bomba atomica dalla pioggia.
La fiamma della Pace
Quindi, appoggiata su due palmi di mani stilizzate, si incontra la fiamma della pace che brucia continuamente da quando è stata accesa il 1º agosto 1964. Questa fiamma è una promessa, rappresenta l’impegno “mantenere la fiamma accesa fino al giorno in cui tutte le armi nucleari saranno scomparse dalla Terra””.
Il monumento alla Pace dei bambini a Hiroshima
Passeggiando per il parco della memoria, prima di arrivare allo scheletro della Prefectural Industrial Promotion Hall di Hiroshima, c’è il monumento della pace dei bambini, con un arcobaleno di piccole gru di carta
Una leggenda giapponese narra che se si realizzano mille origami a forma di gru si può esprimere un desiderio.
Sadako Sasaki aveva due anni quando esplose la bomba atomica. La sua casa era a circa due chilometri dall’impatto. Sua mamma morì, ma lei non si ferì, stava bene, ma a 12 anni le fu diagnosticata una grave forma di leucemia. Ricoverata in ospedale Sadako decise ogni giorno di fare origami con qualsiasi materiale riuscisse a trovare.
La versione tramandata dal Museo della Pace di Hiroshima sostiene che Sadako sia riuscita a completare le 1000 gru di carta nell’agosto del 1955, pochi mesi prima di morire, mentre Eleanor Coerr nel libri “Sadako and the Thousand Paper Cranes”, racconta che la bambina riuscì realizzare solo 644 gru di carta prima della morte e che i suoi compagni di classe fecero quelle che mancavano. Sadako è morta il 25 ottobre 1955, aveva 12 anni.
Nel 1958, una statua di Sadako che sostiene una gru d’oro è stata inaugurata nel Parco Memoriale della Pace di Hiroshima.
Ai piedi della statua una targa recita:
“Questo è il nostro grido, questa è la nostra preghiera, la pace nel mondo”.
La campana della Pace
Davanti alle teche con gli origami c’è la campana della pace, decorata con una mappa del mondo senza confini, che simboleggia “un mondo unico”.
A-Dome, Atomic Bombe Dome
Il 6 agosto 1945 la bomba atomica (Little Boy) cambiò per sempre il corso della storia di Hiroshima. L’unico edificio rimasto in piedi nei pressi del punto in cui fu sganciata la bomba è Prefectural Industrial Promotion Hall di Hiroshima, oggi meglio noto come Memoriale della Pace (A-Dome).
È stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel dicembre 1996. È stato scelto di non abbatterlo, né di ristrutturarlo ma lasciarlo fermo a quel 6 agosto 1945 per ricordare per sempre la devastazione causata dalla prima bomba atomica nella storia dell’umanità. È forse il simbolo della pace più potente al mondo.
Pet Therapy dopo la visita a Hiroshima con i bambini
La nostra visita a Hiroshima si è fermata qui. È stata programmata volutamente breve. Sapevamo che per i bambini sarebbe stato emotivamente molto impegnativo.
Abbiamo deciso di tornare in stazione a piedi attraversato la strada dei negozi, Jonan Dori Street. Enrico in silenzio. Giulia condividendo con noi le storie di ogni bambino ascoltate al museo. Nella parte coperta a un certo punto abbiamo visto un Cat Cafè, “Café Manekineko”: in Giappone sono molto diffusi, a dispetto del nome, non è un bar, ma un posto dove dare e ricevere coccole dai gatti a tempo. Abbiamo speso 15 euro per tre persone con un osnack per i mici.
Mezz’ora circondati da gatti e da affetto giocherellone e incondizionato è stato il balsamo migliore per i loro cuoricini.
L’isola di Miyajima e il Torii Rosso
Noi abbiamo scelto di stare a Hiroshima un solo pomeriggio, ma si può usare anche come base per vedere l’isola di Miyajima e il grande Torii rosso, che introduce santuario Itsukushima (la mattina) e la città con il museo (nel pomeriggio). Per arrivare sull’isola di Miyajima, in stazione prendete la JR Sanyo Line che in mezz’ora vi porta a Miyajimaguchi. A un centinaio di metri dalla stazione c’è il molo da cui prendere il traghetto, alcuni sono gratuiti con il Japan Rail Pass.
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Perché andare ad Hiroshima con i bambini
Ma torniamo al motivo per cui abbiamo scritto questo articolo: perché andare a Hiroshima con i bambini.
Ovviamente se sono troppo piccoli vedere tanto dolore non serve a molto, anzi… davvero oltre le storie alcune immagini sono davvero forti anche per noi adulti, magari si può andare vedendo il parco della pace e l’A-Dome per fissare nei loro ricordi un’immagine che assumerà un vero significato quando diventeranno più grandi.
Enrico e Giulia, per esempio, sono ragazzini, hanno undici anni, conoscono la storia della Seconda guerra mondiale e li abbiamo preparati prima della visita.
Perché li abbiamo portati? Perché nessun libro potrà far piangere Enrico come ha pianto oggi pomeriggio, nessuna lezione potrà far ricordare a Giulia la vita di ragazzini come lei che è cambiata per sempre una mattina di agosto.
Portare i bambini a Hiroshima è impegnativo, è una scelta…vuol dire provare a non dimenticare, vuol dire dare alle nuove generazioni strumenti reali per vivere un presente più consapevole e creare un futuro migliore del nostro passato.
Sicuramente è una giornata carica di emozioni e bisogna essere pronti prima come genitori a supportare i bambini, a rispondere a tutte le loro domande e ad accogliere le loro paure.
Libri per bambini su Hiroshima
Prima della nostra visita (non dopo, perché dopo, credeteci avranno per un bel po’ un senso di respingimento verso questa città e questo pezzo di storia) abbiamo letto
- Nato a Hiorshima , di Vichi De Marchi (9-10 ): Leggi qui la trama
- Il gran sole di Hiroshima, di Karl Brückner (11 anni): Leggi qui la trama