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Il museo A come Ambiente: unico in Europa

Un museo e un quartiere da scoprire. Forse la cosa che ci è piaciuta di più della nostra visita al MaCa, è stato scoprire come il Museo A come ambiente di Torino sia perfettamente inserito nel Parco Dora e nel progetto di recupero e trasformazione del territorio, da ex zona industriale a quartiere residenziale, basato sul rispetto dell’ambiente, il recupero di materiali, l’utilizzo di fonti alternative.



Il Museo A come Ambiente – MaCa

Inaugurato nel 2004, è il primo science center in Europa completamente dedicato ai temi ambientali. È nato nell’edificio riconvertito dello stabilimento per la produzione di pneumatici Michelin.

mueso dell'ambiente esterno

“A come Ambiente” è un museo interattivo e multimediale, composto da quattro sezioni, ciascuna rivolta a un importante tema di attualità:

  1. l’alimentazione,
  2. gli scarti,
  3. l’acqua,
  4. l’energia.

Ogni percorso è caratterizzato da una parte dedicata al passato e da una che guarda alle tecnologie moderne, stimolando la riflessione sui nostri comportamenti e sull’inquinamento che produciamo ogni giorno.

 

La nostra visita al Museo A come Ambiente

La nostra visita si è concentrata nella palazzina 37, nucleo originario del museo, il corpo centrale del MaCa è un esempio di architettura razionalista degli anni ‘30 del Novecento. La palazzina ospitava la caserma dei vigili del fuoco dello stabilimento Michelin e ancora oggi conserva parte degli arredi e degli infissi dell’epoca. Ma abbiamo visitato anche il nuovo padiglione a firma Carlo Ratti Associati – Carlo Ratti & Walter Nicolino, che amplia di oltre 300 mq lo spazio per gli exhibit del museo A come Ambiente e il giardino.

La visita inizia con un filmato dove tre attori dialogano tra loro si interrogano sul futuro delle risorse alimentari.  Da un lato c’è chi punta sulle culture transgeniche e agli insetti. E chi chiede di abbandonare le grandi produzioni a favore delle piccole produzioni intensive, per risparmiare su trasporti e energie . Il video dà il là alla riflessione sugli sprechi.

“Ciascuno di noi ogni settimana butta duecento grammi di  cibo”, ci racconta Angelo la nostra guida.

La seconda tappa è proprio un laboratorio su come si trasformano i materiali … grazie alle reazioni chimiche.

bambini museo ambiente

 

Poi facciamo “virtualmente” il pane, giochiamo con la sabbia cinetica, usciamo in giardino, dove tra penumatici riciclati e giardini pensili, scopriamo come sia importante mangiare frutta e verdura di stagione e consumar cibi a chilometri zero.

Saliamo un piano e passiamo dal padiglione dell’acqua, tra pompe idrauliche, antichi lavandini e la bilancia che visivamente mostra ai bimbi quanta acqua c’è nel loro corpo.

Angelo ci mostra una vecchia macchina industriale che divideva le lattine di ferro da quelle di acciaio e alla fine facciamo l’ultimo laboratorio nella sezione dell’energia, proviamo l’attrito e il campo elettromagnetico.

La visita dura un’ora e mezza.

Cosa ci è piaciuto della visita al museo dell’ambiente

La nostra guida (ma crediamo tutte) è stata molto paziente con i bambini, usava un linguaggio semplice e coinvolgete ed era molto gentile.

I tubi all’uscita. Cioè all’entrata non li avevamo notati. I tubi sono un telefono senza fili e un periscopio…i bambini hanno giocato moltissimo.

Cosa non ci è piaciuto della visita al museo dell’ambiente

Purtroppo con il covid la visita è guidata , dura un’ora e mezza e molte parti non sono accessibili, come il padiglione guscio. Per i bambini che erano curiosi e interessati, avere un tempo così stretto e non potersi fermare a “giocare” o leggere le didascalie non è stato bello. Giulia avrebbe voluto giocare con la sabbia cinetica, Enrico scoprire tutte le strategie di recupero dell’acqua….ma non c’era tempo. Un vero peccato.

Soprattutto per i bimbi un po’ più grandi questo è un grande limite della visita.

Il museo ha una grande potenzialità, forse andrebbe un po’ aggiornato. Sia dal punto di vista tecnologico sia dei contenuti.

 

  • Dove: Il Maca  in Corso Umbria 90
  • Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 17.30 (per i gruppi di almeno 13 persone e per le scuole), il sabato e la domenica, dalle 14.00 alle 19.00

 

  • Biglietto intero: € 10
  • Biglietto ridotto: € 5 (per i possessori della Torino+Piemonte Card e per i ragazzi tra i 6 e i 14 anni)
  • Gratuito: per i minori di 6 anni, per i possessori dell’Abbonamento Musei Torino, accompagnatori disabili e giornalisti
  • Tariffa speciale famiglie: ogni genitore:10 €; figli minori fino a 14 anni: 0 €; figli di 15 anni in su: 10 €

 

Come prenotarsi? Si può prenotare dal lunedì al sabato scrivendo a info@acomeambiente.org o chiamando lo 011.070.25.35 (dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 17.30, il sabato dopo le ore 14.00).

 

Per ulteriori informazioni su orari, visite e condizioni per la riduzione consultate il sito del Museo

Non solo visita al museo Maca:  il Parco Dora

Se la visita dura solo un’ora e mezza, la visita al Museo di A come ambiente, può  essere una buona occasione per scoprire il Parco Dora in quest’area, è un parco post-industriale della città di Torino  dove fino agli anni Novanta sorgevano i grandi stabilimenti produttivi della Fiat e della Michelin. Prende il nome dal fiume che lo attraversa, la Dora Riparia.

È suddiviso in cinque lotti che portano il nome degli stabilimenti produttivi che un tempo occupavano quelle aree:

  • Vitali,
  • Ingest,
  • Valdocco (che corrispondono ai tre nomi delle Ferriere Fiat che sorgevano sopra),
  • Michelin,
  • Mortara.

Proprio accanto al museo svetta la grande torre evaporativa dello stabilimento Michelin, imponente costruzione di 30 metri di altezza costruita tra la fine degli anni ’40 e gli inizi degli anni ’50 come impianto refrigerante per l’acqua utilizzata per il funzionamento di una turbina. I bambini si sono subito fermati a un piccolo parco giochi a ridosso del museo.

Poi, attraversando la Dora, siamo arrivati in quello che un tempo era il capannone dello strippaggio dello stabilimento Vitali, che ospitava la più grande delle acciaierie del complesso delle Ferriere Fiat, nella quale erano prodotti i lingotti per i semilavorati destinati alla produzione di lamiere, tubi e molle. Dell’antico capannone sono stati conservati gli alti pilastri in acciaio dipinti di rosso ed una parte della copertura.

Qui è stato realizzato uno spazio multifunzionale con campetti di calcetto, basket, tennis, pallavolo, rampa per skate , un area gioco. Un pezzo di Torino che sembra New York, anzi forse Brooklyn, con ragazze indiane che ballano, ragazzi che fanno acrobazie con gli skate, papà e figli che si sfidano a basket.

Quindi ricordatevi di portare, pattini skate o pallone.

Da vedere uno a uno i murales: leggi anche il nostro approfondimento sull’a street art al Parco Dora.

Impossibile non notare Parrocchia del Santo Volto, progettata dall’architetto svizzero Mario Botta  nell’area dell’ex stabilimento Fiat con la dismissione delle acciaierie e dei laminatoi (le Ferriere). La ciminiera delle acciaierie è diventata il campanile e la chiesa che si compone di sette torri perimetrali alte 35 metri,  sembra un pandoro tagliato a fette.

 

 

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