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Rifugio Meira Paula, fuga dalla città alla ricerca della natura

Un bosco verdissimo, giovane, pianeggiante, fresco, una passeggiata adatta a tutti che in mezzora conduce a un nucleo di antiche dimore stagionali che una lunga ristrutturazione ha riportato in vita trasformandolo in un rifugio immerso nella natura: ci troviamo in Val Varaita, al Rifugio Meira Paula, dove tutto, dal paesaggio all’ospitalità è così perfetto, che dovrete darvi dei pizzicotti per provare di non stare sognando.

Una notte in rifugio In Val Varaita

Volevamo passare un fine settimana tranquillo, immersi nella natura, provare l’esperienza di dormire in un rifugio senza necessariamente raggiungere alte vette e mangiare le ravioles, gli gnocchi dalla forma allungata tipici della Val Varaita sommersi da formaggio fuso: siamo stati accontentati, anzi il Meira Paula, gestito da Bruno e Paola (e il piccolo Lucio) ha soddisfatto e superato le nostre aspettative, è un rifugio che esprime la vera essenza di questa parola, un luogo accogliente dove sentirsi come a casa, in un ambiente intimo, quieto e pacifico.



Il rifugio alpino Meira Paula una scelta di vita sostenibile

“Meira Paula”, ci spiega Bruno, “è una struttura recettiva ma è soprattutto natura come scelta di un vivere sostenibile”: sfogliando gli album di fotografie che raccontano la storia della profonda trasformazione che questa ostinata coppia (guardia forestale lui, formazione alberghiera lei) è stata capaci di mettere in atto a partire da alcuni ruderi si comprende tutto l’amore per questi luoghi ancora troppo poco conosciuti e per di un modello di vita alternativo a quello della città e della sua frenesia.

Nei secoli queste terre sono state oggetto di coltivazione e di pascolo, mentre l’edificio, oggi adibito a rifugio, è attribuibile al periodo a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento. Costruito utilizzando materiali reperibili in loco, al piano terra l’edificio principale era adibito a stalla, mentre il primo piano più asciutto era adibito alla conservazione dei cereali ed al fieno.

Un luogo dimenticato per decenni

Nella seconda metà degli anni ’60, con lo spopolamento delle montagne a e la cessazione dell’uso “storico” delle terre e degli edifici connessi, inizia un periodo di abbandono che vede la colonizzazione da parte del bosco e diversi crolli della struttura. E così resta per lunghi decenni, un luogo dimenticato.

Un sogno che si avvera

Fino a quando nel 2007, dopo battaglie e impegno di privati per riuscire nuovamente ad accedere ai ruderi e avere l’accesso all’acqua e alla linea elettrica, ecco arrivare Bruno e Paola con la loro voglia di cambiare le cose e di realizzare un rifugio bioecologico che vede la luce dopo 7 anni di lavoro in condizioni talvolta estreme: pannelli fotovoltaici e termici, riscaldamento a legna ottenuta dalla pulizia dei boschi circostanti, materiali di recupero e naturali come legno e pietre per realizzare gli interni.

Al rifugio Meira Paula interno ed esterno si fondono in un quadro perfetto. Quando lo si scorge, percorrendo uno dei tre diversi sentieri (con diversi gradi di difficoltà e lunghezza) ripuliti e segnalati che permettono di raggiungerlo, si percepisce immediatamente il suo perfetto inserimento nell’ambiente circostante. Non potrebbe stare altrove.

Il sogno della coppia oggi divenuta famiglia si è realizzato nel 2014 e il rifugio ha aperto i battenti senza più chiuderli: il Meira Paula è infatti aperto tutto l’anno ed è sempre raggiungibile attraverso il bosco, anche se in inverno potrebbero occorrere delle ciaspole.

Lo spazio e l’attenzione dedicati ai bambini

Nel rifugio c’è un’ampia  zona dedicata ai bambini, dove sono presenti tappetoni in gomma, pennarelli, fogli, libri e pupazzi, tutto a disposizione nel rispetto della pulizia e del vivere comune. A disposizione anche seggioloni, culle e lettini per chi ne fa richiesta e un microonde per scaldare pappe e bevande.

L’attenzione ai bambini è particolare e le variazioni al menu vengono accontentate senza problemi. Anche eventuali intolleranze non sono un problema, Paola sa accontentare tutti e maneggia con facilità farine di ogni tipo (abbiamo assaggiato le sue crostate e i suoi muffin per la colazione e ne siamo testimoni papillari).

Lo spazio esterno è perfetto per giocare senza pericoli e le passeggiate che partono dal rifugio verso altre borgate sono semplici e incantevoli: abbiamo visto tantissime farfalle dai bellissimi colori e mangiato una quantità spropositata di fragoline di bosco. Bruno saprà consigliarvi l’itinerario migliore a seconda delle vostre esigenze.

Sicuramente imperdibile per i bambini è a Rore, il sentiero dei Servanot e la cascata di Tumpi la Pisso, dove abbiamo trascorso una mezza giornata al fresco e fatto un picnic con il pane e i prodotti del piccolo market locale.

Nel rifugio, è presente anche un’area relax e benessere: una sauna alimentata a legna come il resto della struttura e un’adiacente sala lettura con sdraio e tisaneria, che permette agli ospiti di prendersi una pausa per rigenerarsi. Non vediamo l’ora che torni il fresco per tornare a provarla e ripercorrere quei boschi godendo dell’alternarsi delle stagioni e dei colori della natura.

 

Rifugio Meira Paula come arrivare

Il rifugio è facilmente raggiungibile in circa 30 minuti a piedi da due borgate del Vallone di Rore: Puy superiore 220 m dislivello con partenza, oppure borgata Sabbione 50 m dislivello. Troverete le indicazioni sulle due diverse borgate dove si trova il bivio nei pressi dell’Albergo degli Amici.

La passeggiata più breve è quella che parte da Borgata Sabbione e con un dislivello modestissimo (50 m) in circa mezzora vi condurrà al rifugio dove troverete ad attendervi una bellissima terrazza con vista, un buon pasto e delle accoglienti camere con bagno in comune o privato.

Nella zona notte non sono gradite le scarpe e sono a disposizione di grandi e piccoli delle comode ciabatte di tutte le taglie, ci è parsa un’ottima idea a cui abbiamo aderito volentieri.

  • Per prenotazioni: info@meirapaula.it – tel  348 720 5738- sito
  • Dove: Borgata Meira Paola (1318 m s.l.m.) si trova nel  Vallone di Rore di Sampeyre (Cuneo)

Elena Marcon
Elena Marcon
Elena Marcon, amante del buon cibo e del buon vino. Mamma di Arturo e organizzatrice seriale di gite in Piemonte e viaggi in tutto il mondo
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