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Alla scoperta dei Ciciu del Villar

Se siete appassionati di geologia o vi piacciono le leggende o volete fare una bella passeggiata nella natura o tutte e tre le cose insieme,la Riserva Naturale dei Ciciu del Villar è quello che fa per voi.

Dove si trovano i Ciciu del Villar?

Situata in provincia di Cuneo e più precisamente nel territorio del comune di Villar San Costanzo (Val Maira), la riserva si trova ad una altezza compresa tra 650 e 950 metri ed è stata istituita nel 1989 per proteggere i cosiddetti “ciciu ‘d pera”.



 

“La famiglia”

Cosa vuol dire Ciciu?

Il termine ciciu in piemontese significa “pupazzo” o “fantoccio” mentre pera significa “pietra”. Questi curiosi megaliti si sono formati probabilmente  alla fine dell’ultima era glaciale, a causa dello scioglimento dei ghiacciai che provocò l’esondazione del torrente Faussimagna.

La nostra gita alla Riserva Naturale dei Ciciu del Villar

Noi ci siamo stati con tutta la famiglia al completo: nonni, cugini, zii e abbiamo scelto la visita guidata per farci raccontare la storia di queste curiose sculture di pietra che ricordano i cammini delle fate della Cappadocia e sono immerse in un verdeggiante bosco che regala anche belle vedute sul panorama circostante.

Il percorso non è particolarmente difficile, ci sono alcuni saliscendi facilmente affrontabili con dei bastoncini di supporto per chi vuol tutelare le ginocchia, ma non è fattibile con i passeggini, occorre pertanto portare il proprio bebè in fascia o in marsupio.

Come si sono formati i Ciciu del Villar?

Ma come si sono formati i ciciu? I “ciciu”, simili a funghi di pietra, sono delle sculture morfologiche naturali il cui “cappello” è costituito da un masso erratico ed il cui “gambo” è invece formato da terra e pietrisco.

Storicamente si presume che i “ciciu” si siano formati la seguente erosione delle pendici del monte San Bernardo e la successiva discesa a valle di una grande quantità di detriti che formarono i gambi dei funghi di pietra. I cappelli invece si sono formati in seguito a terremoti e frane che hanno fatto staccare grandi massi dal monte.

Ciciu del Villar

L’agente modellatore dei Ciciu è l’acqua, che nei millenni ha scavato e portato in superficie i massi sepolti. Attualmente il processo lentamente continua, così sporadicamente si assiste al crollo di qualche cappello a cui segue il disgregamento accelerato del gambo, ormai privo di protezione.

La guida ci ha fatto fare un percorso un po’ diverso e un po’ più lungo rispetto a quello canonico (il cui nome è Ciciuvagando e si può fare autonomamente seguendo la mappa che viene consegnata alla biglietteria o scaricando l’itinerario con qrcode) che ripercorre esattamente l’origine della formazione di queste curiose formazioni rocciose.

Un tempo, infatti, non vi era tutta la vegetazione presente oggi. Ciò ha permesso che l’azione dell’acqua sciolta del ghiacciaio su un terreno libero costituisse quella che in gergo tecnico si chiama una “conoide alluvionale” ovvero una massa d’acqua che ha portato a valle detriti su cui si sono poggiati i massi. L’acqua, poi, ha continuato a scorrere ma i cappelli hanno fatto da protezione comprimendo l’argilla sottostante e non hanno permesso che si erodesse completamente, dando così origine alla caratteristica forma a fungo.

Attualmente i Ciciu sono immersi in un bosco di querce roverelle e castagni, e l’abbondante copertura vegetale protegge l’evoluzione dei fragili gambi di terra, rallentando l’azione erosiva dell’acqua.

La leggenda di San Costanzo

Ovviamente, delle sculture naturali così particolari non potevano non dare origine nel corso dei secoli a varie leggende legate ai culti pagani e cristiani. La tradizione vuole che San Costanzo, santo patrono di Villar, fosse un soldato romano appartenente alla Legione Tebea. Intorno al IV secolo d.C , insieme ai compagni Dalmazzo, Chiaffredo e Magno, egli era fra i primi martiri evangelizzatori della dottrina cristiana nelle vallate cuneesi.

Si narra che mentre San Costanzo fuggiva nei boschi inseguito dai soldati romani, giunto alla Costa Pragamonti si voltò verso di essi urlando: “O empi incorreggibili, o tristi dal cuore di pietra! In nome del Dio vero vi maledico. Siate pietre anche voi!” Fu così che 100 di essi vennero immobilizzati all’istante e trasformati in pietra e da quel giorno nel bosco di Villar ci sono i Ciciu. Un’altra leggenda racconta una versione un po’ differente di questa storia. Costanzo, nato e cresciuto in una famiglia povera, decise di costruire una chiesa per unire gli abitanti della zona.

Di notte iniziò a trasportare i massi e il legname con i buoi del padrone, ma alcuni uomini lo videro e andarono a riferire il fatto a quest’ultimo. Il padrone seguì Costanzo e vide che per magia il ragazzo attraversava il fiume Maira su un ponte comparso improvvisamente dal semplice tocco di un bastone di canna che portava con sé.

Proibì in un primo momento a Costanzo di utilizzare le sue bestie, ma visto l’improvviso dimagrimento dei buoi dopo quella decisione e i fatti inspiegabili a cui aveva assistito, ritornò sui suoi passi. Il ragazzo veniva ammirato dalla maggior parte degli abitanti per la sua opera, tranne che da pochi invidiosi che cercavano di ostacolarlo impedendogli di raccogliere le pietre dal fiume minacciandolo con rami di ginestra. Costanzo per difendersi lanciò loro una manciata di sabbia e questi si trasformarono per incanto in fantocci di pietra, i Ciciu. Il ragazzo riuscì a finire la costruzione della Chiesa che ancora oggi porta il suo nome.

 Altre leggende legate ai Ciciu del Villar

Diverse leggende, invece, attribuiscono la formazione di questi “funghi di pietra” alle famose masche, le streghe piemontesi, che li avrebbero creati grazie a degli incantesimi. Secondo un’altra leggenda, sempre legata alla stregoneria, i funghi sarebbero le masche stesse che sono state trasformate in pietra durante un sabba (convegno di streghe con presenza del diavolo) finito male a causa di un uragano.

Sia quel che sia, la riserva naturale dei Ciciu dei Villar è davvero un luogo suggestivo in cui perdersi. Un recente censimento ha contato in loco ben 479 Ciciu concentrati in un’area di circa 0,25 Kmq… Ciò significa che potete passare davvero molte ore cercare questi “pupazzi di pietra” e ad individuare il vostro preferito. Vi accorgerete che sono tutti simili ma anche tutti diversi tra loro. AI bambini è piaciuto moltissimo e si sono divertiti ad arrampicarsi e a inventare storie fantastiche con protagonisti preistorici e fantastici.

Informazioni  per visitare la riserva Naturale dei Ciciu del Villar

La riserva è attrezzata con percorsi, sentieri e servizi ed è possibile visitarla tutto l’anno. Noi siamo arrivati da Torino in mattinata e ci siamo rilassati nell’area verde con giochi per bambini prospiciente al ristorante-bar che si trova poco prima dell’ingresso e sforna piatti caldi e freddi, l’uso dei tavoli è consentito anche se si consuma solo una bevanda e si porta il picnic da casa.

La visita guidata è partita alle 14.30 e dura all’incirca un’ora ed è interessante per tutti gli spunti e le curiosità che vengono raccontati. Non è obbligatoria, però, e la riserva è assolutamente visitabile in totale autonomia.

  •  Dove: Via Ciciu, 43, 12020 Villar San Costanzo CN

 

  • Orario:
    dalle 9.00 alle 19.00

 

  • Tariffe:
    Da 1° aprile (tutti i giorni): 3 €
    Dal 1° ottobre al 1° novembre (solo sabato e domenica): 3 €
    Ingresso + guida naturalistica: 5 €
    Ingresso + pranzo convenzionato: 18 € per gli adulti – 10 € per i bambini
    Ingresso + guida + pranzo convenzionato: 21 € per gli adulti – 13 € per i bambini

Orari e tariffe potrebbero subire variazioni. Per ulteriori informazioni potete scrivere all’indirizzo e-mail riservadeiciciu@provillar.it oppure telefonare al numero 327.1176661.

Leggi anche i sentieri dei Ciciu del Villar

 

Elena Marcon
Elena Marcon
Elena Marcon, amante del buon cibo e del buon vino. Mamma di Arturo e organizzatrice seriale di gite in Piemonte e viaggi in tutto il mondo
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Eravamo in due, Francesco e Cristina, improvvisamente ci siamo trovati in quattro, quando nel 2012 sono nati Enrico e Giulia. Abbiamo capito che le nostre vite sarebbero cambiate, ma non volevamo rinunciare alla nostra passione: VIAGGIARE. Grazie ai nostri “piccoli” abbiamo capito che esiste sempre un viaggio giusto.

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