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Santuario di Montevergine: salita in funicolare con i bambini

Se sei campano, almeno una volta nella vita avrai sentito l’espressione “a juta a montevergine”, un vero e proprio viaggio (rigorosamente a piedi) fino al Santuario della Madonna Nera di Montevergine, la Mamma Schiavona.

Arrivare al Santuario di Montevergine può essere davvero un viaggio, spirituale di sicuro, ma anche fisico, visto che se volete raggiungerla in macchina vi aspettano 20 tornanti che fanno rabbrividire a guardali già solo da google maps. Noi abbiamo optato per un’alternativa, comoda e veloce: la salita in funicolare!



Il Santuario di Montevergine

Simbolo di orgoglio per l’Irpinia e per tutti i campani devoti, il santuario di Montevergine è un’abbazia, una tra le più antiche d’Italia. Risale infatti al 1100, fu costruito per volere di San Guglielmo da Vercelli, fortemente devoto alla Madonna, che volle dedicarle una chiesa sui monti del Partenio. Montevergine è infatti il primo santuario mariano della Campania, che si erge a ben 1200 mt di altezza, in uno scenario paesaggistico molto suggestivo. Arrivarci in auto, soprattutto con i bambini, può essere poco comodo: ci sono tantissime curve e nonostante sia una bella strada panoramica, noi abbiamo optato per la salita in funicolare.

La leggenda della Madonna Nera

Si narra che le Madonne sorelle fossero 6 dalla pelle bianca e una sola dalle pelle nera, considerata per questo la più brutta. Da qui, il nome “Schiavona” inteso come straniera. La madonna, offesa,  si esiliò su questi monti. I versi del compositore Roberto De Simone  “Rituali e canti della tradizione in Campania recitano infatti:

…si jo song brutta allora loro hanna venì fino è cà ‘n gopp a truvà! (se io sono brutta, allora loro dovranno venire fino a quassù per farmi visita!)”.

Ma c’è un’altra leggenda, ancora oggi molto radicata e sentita: si narra che nel  1256 la Mamma schiavona  avesse liberato due giovani omosessuali innamorati che, dopo essere stati scoperti, furono allontanati dal paese e legati ad un albero sul Monte Partenio, per farli morire di fame o sbranati dai lupi.

La Vergine li liberò, per permettergli di vivere il loro amore e da allora diventò simbolo di protezione degli ultimi, dei deboli, dei poveri e degli emarginati, diventando cosi la più bella delle 7 sorelle, tanto che ben due volte l’anno le viene reso omaggio con la famosa Juta a Montevergine il 12 settembre e il 2 febbraio in occasione della Candelora.

 

La festa della Candelora

Una delle più importanti celebrazioni della candelora religiosa è proprio quella che si tiene al santuario di Montevergine. Si tratta di un’antichissima festa religiosa che simboleggia il passaggio dalle tenebre dell’inverno alla luce della primavera, attraverso l’accensione di candele.

Centinaia di fedeli, provenienti da tutta Italia, raggiungono  a piedi e in preghiera il santuario, per rendere grazie alla Mamma Schiavona, protettrice dei diversi, che “tutto perdona”.

 

Il Santuario di Montevergine: la salita in funicolare con i bambini

Se anche voi, come me, soffrite il mal d’auto e il pensiero di dover salire a 1200 mt passando per ben 20 tornanti vi fa venire la nausea, allora sappiate che potete raggiungere Montevergine in appena 7 minuti, con un’ascesa rettilinea! Ebbene si, una funicolare, tra le più ripide d’Europa, è in grado di portarvi al Santuario in maniera veloce e senza problemi di stomaco (al massimo vi fischieranno un pò le orecchie per l’estrema pendenza della funicolare!!!)

Ora vi spiego per bene come fare.

Se venite da Napoli, uscite ad Avellino ovest, direzione Mercogliano e impostate sul navigatore Funicolare di Mercogliano.

All’interno c’è un parcheggio con 70 posti, conservate il biglietto che uscirà alla macchinetta quando entrate.

La funicolare ha degli orari estivi ed invernali, che potete consultare qui . Il biglietto A/R costa 8€ (i bambini gratis).

Attenzione, conservate i biglietti della funicolare perchè vi daranno diritto ad uno sconto sul parcheggio, che pagherete solo 1€. Quando tornerete da Montevergine, inserite nella macchinetta del parcheggio prima il biglietto della funicolare, poi quello del parcheggio (che avete conservato appena avete parcheggiato l’auto) e la macchinetta vi chiederà solo 1€. Vi rilascerà un biglietto col quale potrete uscire dal parcheggio.

La salita in funicolare al Santuario di Montevergine è stata un’esperienza divertente, a tratti quasi adrenalinica. Non di certo per la velocità, perchè va davvero piano, quanto per la sensazione di pendenza che ti fa aggrappare alla sedia per mantenere l’equilibrio! Si sale davvero in alto ed è incredibile vedere come si taglia la montagna in due, evitandosi cosi tutte quelle curve che invece dovreste fare se salite in auto.

funicolare mercogliano

 

Cosa vedere al Santuario di Montevergine

Una volta arrivati in cima, vi troverete di fronte questa maestosa abbazia, circondata dai monti del partenio. Cosa non dovete perdervi durante la vostra visita?

Entrando nella Basilica Cattedrale, proseguite verso l’Altare Maggiore e la cappella della Madonna Nera.

Se siete credenti, è qui che potrete dirigere la vostra preghiera alla madonna.

Usciti dal Santuario, non perdetevi la visita al Museo Abbaziale, l’ingresso costa appena 3€ (i bambini non pagano).

Consta di 4 aree tematiche,  con una raccolta di antichi oggetti liturgici, sarcofaghi in marmo, busti in bronzo. Troverete anche una mostra permanente di presepi e pastori, davvero superlativa, con una stanza dedicata ai pastori del 700 napoletano. Manuel era a bocca aperta ad ogni singola vetrina: i pastori hanno dei dettagli davvero unici, dagli abiti a tutti gli utensili, per non parlare delle scenografie, con cibo in miniatura realizzato alla perfezione, tanto da sembrare reale.

 

 

Prima di lasciare il Santuario, fermatevi anche all’erboristeria: qui trovate prodotti come tisane, creme per viso e corpo, miele, confetture e liquori preparati dai monaci benedettini.

Fuori dal Santuario, invece, troverete qualche casetta in legno che vende prodotti tipici locali, come formaggi, salumi e vino.

 

La neve al Santuario di Montevergine

Trovandosi ad alta quota, è facile trovare la neve in inverno. Noi ci siamo andati soprattutto per vedere il paesaggio innevato e il santuario immerso tra le montagne piene di neve. Ovviamente è stata anche un’occasione per giocare sulla neve! Sapete come la penso, i bambini non hanno bisogno do grandi attrazioni per divertirsi. Noi ci siamo portati dietri una paletta in silicone direttamente dalla nostra cucina e Manuel si è divertito a giocare con la neve. Se salite in auto, ricordatevi che sono necessarie le gomme termiche o le catene a bordo, anche se la strada è pulita. Abbiamo visto un’auto bloccata sulla salita perchè non aveva le gomme termiche e c’era un tratto di strada ghiacciata. Il mio consiglio è quello di cambiare sempre le gomme in inverno, cosi da non doversi preoccupare.

Cosa fare nelle vicinanze del Santuario di Montevergine

Se venite in primavera o in estate, potete coniugare la visita al santuario con una tappa al Parco Avventura Montevergine , un parco divertimenti con percorsi sospesi tra gli alberi, per tutte le età.

Il parco si trova ad Ospedaletto d’Alpinolo, da cui è possibile raggiungere anche a piedi il percorso per Summonte, un bellissimo percorso ambientale per gli amanti delle passeggiate in natura.

Dal santuario è possibile anche raggiungere l’altopiano di Campomaggiore, un pianoro a 1300 mt che troverete facilmente innevato in inverno. Si tratta di una distesa incontaminata, con un lago che in inverno si ghiaccia e in estate potreste trovare asciutto. La strada per arrivarci dal Santuario è molto sconnessa, volendo potreste arrivarci anche a piedi . Il periodo migliore per arrivare fino a qui è la primavera o l’estate, attenzione però non ci sono servizi, qui potrete semplicemente bivaccare e passeggiare. Se decidete di fare un picnic, mi raccomando, portate indietro tutti i rifiuti!

 

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Chi siamo

Eravamo in due, Francesco e Cristina, improvvisamente ci siamo trovati in quattro, quando nel 2012 sono nati Enrico e Giulia. Abbiamo capito che le nostre vite sarebbero cambiate, ma non volevamo rinunciare alla nostra passione: VIAGGIARE. Grazie ai nostri “piccoli” abbiamo capito che esiste sempre un viaggio giusto.