Ritrovare il silenzio, la pace interiore, un contatto diretto con la natura e se stessi. Una bellissima gita di primavera può essere quella all’Eremo dei Camaldoli a Napoli, se amate camminare come noi c’è il sentiero dei Monaci o se avete bambini piccoli, potete comodamente arrivarci in auto. Ecco tutte le informazioni per una gita di famiglia all’Eremo dei Camaldoli, tra vigneti, antiche masserie a scorci mozzafiato sulla città di Napoli e il Golfo.
L’eremo dei Camaldoli, un po’ di storia
L’eremo si trova sulla sommità della Collina dei Camaldoli, costruito nel 1585 su progetto di Domenico Fontana, fu eretto nel luogo in cui esistevano i ruderi di un’antica Cappella, fondata da S. Gaudioso nel 439 e dedicata alla Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo. Giovanni D’Avalos, figlio di Alfonso, Marchese del Vasto, contribuì con ingenti fondi alla costruzione dell’Eremo, infatti la Chiesa attuale, affiancata dalla imponente torre campanaria, presenta un’architettura riferibile ad uno stile tardo rinascimentale.
L’Eremo, nell’arco della sua storia, è stato soppresso due volte: la prima per volere di Napoleone, nel 1807; la seconda dai Savoia nel 1866. Nel 1885 l’eremo ritornò ad essere gestito dai Camaldolesi
Per secoli è stato gestito ai Monaci Camaldolesi, dal 2000 l’ampio complesso, completamente ristrutturato, è abitato dalle Suore Brigidine, dell’Ordine del S.S. Salvatore di S. Brigida.
La visita all’eremo dei Camaldoli
La visita, per vedere le celle dei monaci, è organizzata dalle monache. L’ingresso all’eremo, ai giardini e alla Chiesa e al belvedere aperto su Napoli con una visuale che spazia da Capri ad Ischia, dal Vesuvio ai Campi Flegrei sono gratuiti.
Tipica del luogo è la produzione del pane: “pane cafone ” o “pane dei camaldoli”.
- L’ingresso per i visitatori è gratuito.
Il sentiero dei Monaci da Soccavo all’Eremo dei Camaldoli
Ovviamente l’emozione più grande è arrivare all’eremo a piedi, come i monaci conquistare il silenzio e la bellezza del Belvedere passo dopo passo. La collina dei Camaldoli è il punto più alto della città con i suoi 452 metri di altezza.
Noi siamo partiti da Soccavo, dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, sul navigatore mettete in via Contieri, nei pressi alla Carrozzeria Carella c’è un bel parcheggio, ampio e gratuito. Al civico 8 di Traversa Contieri entrare in un cortile privato, superate un arco, superate il ponte del Raccordo di Soccavo e inizia il Sentiero Cai.
ATTENZIONE. Come vedete dalle foto il sentiero è segnalato ed è un sentiero Cai, ma le famiglie che vivono in Traversa Contieri sostengono che le campagne siano private e che anche il passaggio nel cortile è vietato. Una famiglia di nostri amici è stata bloccata. Forse sono esasperate dal passaggio. Il consiglio è di entrare nel cortile con gentilezza e senza gridare e se qualcuno vi ferma di spiegare con semplicità che volete fare una passeggiata e che non darete fastidio a nessuno. Un po’ di pazienza, ma il sentiero vale la pena.
Il sentiero inizia da un grande prato, in primavera un tappeto di fiori gialli di campo e papaveri.
Il percorso poi risale un versante interno della caldera flegrea attraversando qualche antica masseria, agrumeti, vigneti e campi coltivati ad alberi da frutto; si procede successivamente lungo un pendio con piccoli frammenti di macchia mediterranea, querce, noccioli e rari castagni (in autunno ci sono tantissime castagne da raccogliere).
È emozionante percorrere i gradini scavati anticamente dai monaci nel Tufo Giallo Napoletano.
Il sentiero è tutto il salita, ma ci sono diversi punti all’ombra per fare delle soste.
Prima tappa, dove magari bere e fare uno spuntino a base di frutta l’ Area Botanica ‘Francesco Luccio’ nel Parco Urbano dei Camaldoli, curata dai volontari dell’Associazione Agrifoglio.
Da qui l’Eremo del SS. Salvatore ai Camaldoli, non è lontanissimo. Attenzione c’è un cancello, a volte è chiuso, perché il sentiero a questa altezza attraversa un terreno privato. Noi lo abbiamo trovato aperto (ma la guida che era con noi ci ha detto che a volte si scavalca perchè c’è un contenzioso in corso, ma prima e dopo il tratto del cancello il sentiero è pubblico) , la strada poi è tutta asfaltata ed è quella che percorrono le auto per arrivare all’eremo. Sulla strada si trova anche il Parco dei Camaldoli.
L’arrivo all’Eremo è spettacolare, con l’affaccio sul Belvedere e il panorama sui Golfi di Napoli e Pozzuoli. Il ritorno in discesa per i bambini è stato divertentissimo, una corsa tra fiori e alberi gridando a squarciagola.
Informazioni tecniche sul sentiero dei Monaci
- Partenza da: Soccavo
- Arrivo: Eremo dei Camaldoli
- Lunghezza: 2,5 Km
- Dislivello: 300 m
- Tempo: circa 4 ore, con pausa pranzo
- Consigliato a bambini dai 9 anni
- Difficoltà, è facile, ma all’andata è tutto in salita e al ritorno tutto in discesa, parte sotto il sole, ma buona parte all’ombra
Arrivare all’eremo dei Camaldoli in auto
Se avete bambini piccoli potete arrivare all’Eremo dei Camaldoli facilmente in auto, in taxi o con autobus. Prendere l’autobus 150 dalla stazione Garibaldi. All’ultima fermata (Guantai ad Orsolona) prendere la coincidenza con il C44 (linea Camaldoli). Scendere all’ultima fermata: a circa 50 metri vi è l’ingresso all’Eremo.
Il parco comunale dei Camaldoli
E poi per le famiglie, sulla Collina dei Camaldoli c’è un bellissimo Parco Urbano dei Camaldoli
Il Belvedere grande con l’anfiteatro del Golfo, situato a pochi metri dall’Eremo, è un punto panoramico su Napoli, il Vesuvio e l’Eremo stesso.
Trovate ampi viali alberati e un parchetto giochi per i bambini.
Per accedere al parco c’è l’ingresso di via Sant’Ignazio di Loyola del Parco dei Camaldoli. Il Comune è a lavoro per rendere accessibili anche i varchi di via Camaldolilli e via Rai.
Nel Parco dei camaldoli potete organizzare anche un picnic.
Belle informazioni, ottimi consigli.
Grazie mille Giovanni!
Buongiorno,
Stamattina ho provato a fare un percorso di trek segnato dal Cai che da Soccavo va al monastero dei Camaldoli.
Il percorso è ben segnato dalla bandierina bianca e rossa del Cai e ben battuto. Peccato che finisce nemmeno a un terzo di strada contro un cancello con lucchetto!!
Inoltre sul percorso si trova spazzatura e anche del materiale che sembra amianto.
Il percorso è molto bello ed è un peccato che non sia fruibile. Si può fare qualcosa?
purtroppo come avrà letto anche nell’articolo, il sentiero non sempre è aperto a tutti, pare sia su un tratto definito privato
Ciao Stefano,
noi stiamo provando a trovare il sentiero da qualche tempo ma con scarsi risultati. Abbiamo cercato di iniziare all’indirizzo indicato nel post sopra (Al civico 8 di Traversa Contieri) ma non ci hanno fatto passare. dicendo che sono case private e non abbiamo visto nessuna bandiera del CAI. Almeno tu sembra sia riuscito a fare un pezzo, da dove sei partito? Grazie
È la seconda volta che visito questo sito, spero che prossimamente riesco a fare questa passeggiata. Ma ho solo il dubbio di dover vi rinunciare, una volta giunto sul posto a causa delle difficoltà con i locali proprietari.
Bell’articolo, ma mancano importanti informazioni relative ai sentieri. Sarebbe buono indicare il nome corretto e il numero del sentiero. Questo aiuterebbe tanti nuovi escursionisti 🙂
Non è segnalato, abbiamo condiviso tutte le informazioni in nostro possesso
Il CAI di Napoli dovrebbe intervenire e fornire una risposta. Se il sentiero passa per una proprietà privata sarebbe meglio spostarlo e cambiare percorso. Viceversa bisogna informare gli abitanti del posto del sentiero e migliorare le segnalazioni con cartelli ecc..
Concordiamo pienamente