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Trekking urbano al Vallone di San Rocco, una giungla a Napoli

Perché amiamo Napoli? Perché ha grandi tesori trascurati, abbandonati e allo stesso tempo amati moltissimo. Uno di questi è il vallone di San Rocco. Una giungla urbana nel cuore di Napoli.Se lo cerchi su internet sembra un posto meraviglioso, una giungla in città, ma sono solo progetti annunciati e mai realizzati, infatti se cerchi ancora scopri che negli anni tutti i grandi progetti sono naufragati e il Vallone di San Rocco è diventato una discarica. Ma  se spegni il computer e ci vai, come ci siamo andati noi, scoprirai che è un tesoro trascurato, ma molto amato.

disegno Vallone San Rocco



Diciamo molto amato perché siamo andati con i ragazzi di #SalviamoilvallonesiSanRocco e abbiamo toccato con mano il lavoro immane che questi ragazzi fanno sul territorio.

A parte l’impegno civico, però, è una bellissima gita in città, si entra nel cuore delle cave di tufo, tra dune di sabbia, ombre ed echi.

 

Un po’ di storia sul Vallone di San Rocco

Il vallone di san Rocco si trova tra Miano, Piscinola, Frullone, Ponti Rossi e Colli Aminei. Difficile immaginare che a due passi dal caos  cittadino di Napoli e dalla moderna zona ospedaliera, ci sia una foresta urbana, un polmone verde nascosto.

Quando si cammina nel vallone di San Rocco si sentono i versi degli uccelli e non il traffico della città, si vedono le fronte degli alberi e non i palazzi di via Nicolardi.

Il fascino del Vallone San Rocco è nelle cave scolpite nel tufo giallo. Si è formati dopo un’eruzione di 12.000 anni fa circa dei Campi Flegrei, eruzione che ha catapultato qui un flusso di materiale tufaceo, poi scavato e modellato dalle acque piovane (che arrivano dai Camaldoli) e dalle cave per costruire la città.

Nel tempo l’uomo ha usato il vallone come discarica, ma la Natura si è impossessata dei canali creando un microclima unico, con felci e insetti unici, ci sono rapaci ed è stato trovato anche un ghiro.

Trekking urbano nel vallone di San Rocco

Il Vallone di San Rocco è un’enorme vallata immersa nel verde e piena di cave antiche che si sviluppa per circa 6 chilometri e che si estende dal secondo Policlinico sino ai Ponti Rossi, toccando le zone di Miano, Chiaiano e San Carlo all’Arena.

Noi siamo partiti da via vecchia San Rocco 29 . La strada, per il primo tratto, si presenta asfaltata (dopo i lavori di ristrutturazione e manutenzione idrica realizzati negli ultimi anni con i fondi della Comunità Europea), anche se ci sono dei buchi qui e là. Bello dove affiora l’antica pavimentazione con i basoli di pietra lavica.

La cava Aloschi

La prima cava che si incontra è chiusa da un cancello, ed è la Cava Aloschi, usata anche come deposito di autobus negli anni 50. Sarebbe bellissimo vedere gli autobus restaurati e invece sono abbandonati dietro il cancello chiuso.

La seconda Cava

Poco più avanti, circa dieci minuti a piedi sulla destra c’è uno sterrato da cui si accede alla seconda cava: puro spettacolo.

L’accesso non è difficile, ma ci sono piante di ortica e bisogna avere scarpe da trekking.

La cava è spettacolo puro, alte volte scavate nel tufo giallo, con finestre sul verde, silenzio ed echi che si rincorrono e fanno a gara con luce e ombra. Sembra di scendere al centro della terra, ci si sente piccolissimi e immensi allo stesso tempo.

Vallone San Rocco

La terza Cava

Vallone San Rocco

Tornando sulla strada principale, superando la carcassa di una macchina rubata e proseguendo a piedi per circa 40 minuti, tra vegetazione fitta ( il paesaggio cambia e sembra davvero di stare in un bosco) si arriva alla terza cava, praticamente sotto il Policlinico.

Qui l’accesso è più difficile, bisogna salire tenendosi a una corda. Questa cava è più piccola, ma era stata scelta come casa da un senza tetto Jamaicano, Lorens. Non si sa che fine abbia fatto Lorens, ma sono rimasti i suoi libri, la sua valigia, gli occhiali, le pentole, la sua sedia di paglia…

Cinque verità se volete fare un trekking al Vallone di San Rocco

  1. Con noi c’erano volontari che si sono portati una busta e l’hanno riempita di rifiuti. Fa male al cuore vedere un posto così bello sia stato usato come discarica, ma per i bambini è stato anche molto educativo vedere come ci si può prendere cura della propria città;
  2. Le cave sono super polverose e sui sentieri c’è ortica;
  3. Le cave sono spettacolari, un gioco di ombre e di luci, di natura e potenza umana;
  4. Potete andare da soli, non vi potete perdere, però la nostra esperienza con i i ragazzi di #SalviamoilvallonesiSanRocco è stata davvero emozionante;
  5. E adatta ai bambini? Ai bambini piccoli non la consiglierei, i bambini più grandicelli dai sei anni in su si divertono, possono ammirare fiori, piante e giocare con i rami e fare anche tempeste di sabbia o giocare all’evo nelle cave (sempre però sotto supervisione)

cava

Il Vallone di San Rocco un bene Fai

Il Vallone di San Rocco è un bene Fai di Napoli. Andate a Votarlo. Noi consigliamo questa passeggiata alle famiglie di Napoli per imparare a conoscere la città e ad amarla, crediamo che nessun posto come questo sia davvero un tesoro mai valorizzato, nonostante milioni di fondi europei e progetti che farebbero invidia a tutta Europa.

Come si arriva al Vallone di San Rocco

Mettete sul navigatore via Vecchia San Rocco 29, da questo civico inizia la passeggiata, vedete sulla destra case basse e sulla sinistra il vallone.

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Chi siamo

Eravamo in due, Francesco e Cristina, improvvisamente ci siamo trovati in quattro, quando nel 2012 sono nati Enrico e Giulia. Abbiamo capito che le nostre vite sarebbero cambiate, ma non volevamo rinunciare alla nostra passione: VIAGGIARE. Grazie ai nostri “piccoli” abbiamo capito che esiste sempre un viaggio giusto.